Otto risultati utili consecutivi, nessun gol incassato per tre uscite consecutive, sei gol di Gonzalo Higuain nelle ultime quattro partite, un terzo posto solitario, a quattro punti dalla Roma e sette dalla capolista Juventus, con alle spalle il gruppone che ambisce all’Europa.
I numeri di questo Napoli che arriva alla sosta nazionali di novembre sono incoraggianti.
In più ci sono da aggiungere le due ultime e nuove convocazioni nazionali per due azzurri: Rafael vola con la selezione brasiliana, Callejòn è stato finalmente convocato da Del Bosque per indossare quella maglia delle Furie Rosse che tanto ha meritato.
Quindi, i problemi dove sono?
COME UN DIESEL – Che la brutta partenza del Napoli fosse una farsa lo sapevamo tutti.
Anzi, forse non proprio tutti, perché buona parte della stampa napoletana ha chiesto la testa (calcisticamente parlando) di Benitez più volte dopo la brutta sconfitta di Berna.
Il Napoli di quest’anno aveva più di un’attenuante.
Innanzitutto sul piano fisico: sembra una scusa campata in aria, ma per un giocatore impegnato al Mondiale in estate poi non è mai facile partire a razzo nella stagione successiva.
Ma la sfortuna del Napoli non è stata tanto il Mondiale, quanto il preliminare nel cuore di un agosto bollente di calcio internazionale e calciomercato.
Essere al cento per cento a fine agosto è impossibile, e la preparazione del Napoli uscirà alla lunga rispetto alle altre del campionato.
Poi sul piano mentale: uscire in malo modo dalla Champions, seppur fossero solo i preliminari, non è una bella cosa. Eliminare quelle scorie è stato difficile, ma il Napoli delle ultime settimane pare averlo fatto.
STRATEGIA VINCENTE? – Quelli che qualche settimana fa sembravano scarti, oggi son diventati grandi giocatori, grandi scoperte, intuizioni geniali.
Kalidou Koulibaly e David López su tutti. Giusto tributare a loro due il doveroso merito: sempre tra i più positivi, tra i più propositivi, tra i più attivi di questo Napoli nelle ultime uscite. La voglia, il fisico, i centimetri che sono forse mancati troppo al Napoli della passata stagione.
Ma la scelta di arrivare a Koulibaly, David López, De Guzman, lo stesso Michu – ad oggi l’unico tra i nuovi acquisti a non aver totalmente convinto -, non cade di certo dal cielo.
L’acqua non può trasformarsi in vino così, per puro caso, ma deve avere alle spalle un uomo abituato coi miracoli o con la vista piuttosto lunga.
Rafa Benitez, che è un signore dello sport ben oltre il mero pallone che rotola, per i miracoli non è ancora attrezzato, ma l’oculatezza, la pazienza, gli anni di esperienza provenienti dai numerosi anni passati sulle panchine di rilievo assoluto in giro per il continente l’hanno reso un uomo dotato di una vista non ottima, di più.
Sa dove può arrivare prima ancora di arrivarci, sa cosa può fare, e soprattutto come, prima ancora di farlo.
Ma basterà questa strategia per tenere in piedi i sogni da grande del Napoli e dei suoi tifosi?
I colpi intelligenti, quelli che il Napoli fa bene da anni a dir la verità, sono una fattispecie necessaria in un processo di crescita di una società che vuole assestarsi negli anni comodamente sempre ai piani alti.
Ma no, non basta tutto questo a vincere.
Il Napoli non è l’Atletico Madrid e non potrà seguirne le tracce.
Perché non siamo in Spagna, e perché la società azzurra non ha ancora tutta quell’esperienza che i Colchoneros di Madrid hanno alle spalle.
Per questo, per vincere, saranno necessarie quelle pietre miliari del calciomercato che garantirebbero al Napoli il passetto definitivo, quello che colmerebbe i 4/7 punti di distanza attualmente esistenti con Roma e Juventus.
Un noto comico napoletano avrebbe detto: “Basta poco, che ce vo’?”
A cura di Gennaro Arpaia (Twitter: @gennarojenius9)