COLPI DI JENIUS – Callejòn, Honda e Tevez. Non ci sono più gli attaccanti di una volta

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Dieci giornate di campionato sono oramai passate. Neanche un terzo dell’intero campionato, è vero, ma già abbastanza per avvicinarsi al primo giro di boa natalizio e cominciare a tirare su un po’ di somme che possono fare la differenza.
Quel che salta maggiormente all’occhio degli appassionati è la situazione in classifica, è vero, perché vedere ai piani alti la coppia genovese formata da Sampdoria e Genoa, finalmente a braccetto in positivo, fa piacere un po’ a tutti, e anche la Lazio di Lotito è tornata a veleggiare alto, insieme con il Napoli, tutte pronte a giocarsi le prime posizioni della Serie A.
Ma interessante risulta anche la situazione in classifica marcatori.
Le prime quattro posizioni sono infatti occupate da calciatori che sono abituati a segnare, è vero, ma non sono veri e propri bomber, quelle punte di sfondamento che negli anni ’90 e nei primi 2000  facevano la differenza qui da noi.
Callejòn, Di Natale, Honda, Tevez; mezze punte, seconde punte, trequartisti, esempio del calcio moderno, di un calcio mobile, veloce, che cambia ad ogni partita, che non ambisce più agli arieti dell’area di rigore.

 

LO SPAGNOLO MIGLIORE – Callejòn non è una sorpresa. Non lo è a Napoli, dove anche lo scorso anno arrivò in doppia cifra, così come non lo è in Italia.
Otto gol in dieci partite di campionato, un ruolino di marcia che a Napoli negli ultimi anni si era visto solo con Cavani, che vestiva lo stesso numero di maglia.
Quando segna lui il Napoli non perde, ed è accaduto anche lo scorso sabato contro la Roma.
Ed è il simbolo del calcio predicato da Benitez: movimento, possesso palla, inserimenti tra le linee e dietro la linea di difesa avversaria. Aggiungeteci poi le qualità sotto rete del numero 7 ed il gioco è fatto.
Quanto durerà la sua prolificità? Non glielo chiedete, perché non vi risponderà, se non con il suo ghigno beffardo.

 

TOTO’, CARLITOS E IL GIAPPONESE – Ci sono un napoletano, un argentino ed un giapponese.
Sembra una barzelletta, invece è il trio attuale dietro Callejòn, tutti con 6 gol in classifica, importanti per i destini delle rispettive squadre.
In attesa delle prime punte Morata e Llorente che continuano a faticare, Tevez è l’uomo in più della Juve, che inventa e rifinisce, uomo multiplo che cambia le sorti alle partite. I numeri lo dimostrano: se non c’è lui è la squadra tutta a non girare lì davanti.
Nessuno si stupisce più, invece, davanti alle medie realizzative di Totò Di Natale: il napoletano dell’Udinese è strepitoso sotto porta da sei anni a questa parte, e neanche il passare del tempo sembra fermarlo. In mancanza di vere alternative, i friulani possono sperare nel solo Di Natale per marcare gol pesanti.
Sorpresa può essere il giapponese Honda: arrivato lo scorso anno a Milano, secondo i più per vendere magliette e spostare gli equilibri del marketing rossonero più che della squadra, Honda ha dimostrato di saperci fare sotto porta, diventando in breve un punto fisso di Pippo Inzaghi e del nuovo Milan.
Gol importanti ma anche di ottima fattura: un trequartista di fantasia, capace di inventare e di concludere, mica solo una figurina.

 

I BOMBER – Attaccanti ‘veri’ li ritroviamo solo dietro di loro.
Il primo è Filip Djordjevic, attaccante serbo acquistato quest’anno dalla Lazio, già a quota 5 gol, così come Gonzalo Higuain, forse la prima punta più forte dell’intera Serie A, svegliatosi in ritardo ma in gol nelle ultime tre uscite di campionato e in netta ascesa.
Anche Matri, esponente della vecchia scuola di prime punte, ne ha messi cinque, e insieme a lui Antonio Cassano e Mauro Icardi, non prime punte ma di certo unici riferimenti offensivi di Parma e Inter.

 

A cura di Gennaro Arpaia (Twitter: @gennarojenius9)

 

 

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