COLPI DI JENIUS – Ho visto Usain Bolt al San Paolo con la maglia di jeans

koulibaly

 

Napoli-Roma. Minuto numero 64.
Una palla spazzata dalla difesa azzurra rimbalza alta al centro del campo.
Sul rimbalzo, Koulibaly, partito dalla sua area, anticipa di testa Yanga-Mbiwa, e si invola verso la porta avversaria.
Settanta metri di campo, l’assist per Callejòn, il pallone salvato sulla linea.
In quei secondi di corsa da un’area all’altra c’è tutto Kalidou Koulibaly: forte, potente, agile, giovane, coraggioso.

 

CRESCITA VERTICALE – Saint-Dié-des-Vosges, città francese che gli ha dato i natali nel giugno del 1991, è famosa anche per essere stata il centro vitale del primo atlante geografico donato all’umanità ad inizio ‘500.
E Koulibaly, in effetti, non è altro che uno di quelli che gli atlanti del mondo li prende e li strappa, per divertirsi di più.
Nazionalità francese, ma di sangue africano, il centrale azzurro è un incrocio di culture, di razze, di popoli, di passione.
Quella doppia K, nel nome e nel cognome, e quella stazza da gigante, ci mettono poco a far pensare che il K2, in realtà, sia stato eretto da una qualche divinità in suo onore.
Arrivato a Napoli in sordina, sul finire della scorsa stagione, Koulibaly è l’ennesimo frutto di una collaborazione tra Benitez e lo scouting del Napoli che dimostra ampi margini di miglioramento.
E la crescita, da agosto ad oggi, è stata verticale e senza soluzione di continuità: all’esuberanza fisica del primo momento, il ragazzone di 195 centimetri ha aggiunto nel tempo una sicurezza tecnica e tattica da far spavento.
Le sue prestazioni, costantemente al rialzo nonostante le sbavature che per un 23enne sono assolutamente alla portata, hanno trovato la ciliegina sulla torta in occasione del match contro la Roma.
L’attacco giallorosso è stato completamente annullato dal numero 26 azzurro: in anticipo, in copertura, a rimorchio, tutto passava, anzi non passava, dalla sua zona.

 

COME USAIN – Fino alla cavalcata quasi trionfale del 64° minuto. Fino a quella giocata che ha fatto gioire tutto il San Paolo, finalmente convinto dalle qualità del ragazzotto arrivato dal Belgio nel quasi totale silenzio ormai 5 mesi fa.
Su quella fascia destra un Usain Bolt tutto vestito in fantasia jeans ha fatto sgranare gli occhi ai tifosi azzurri; 100 metri in meno di dieci secondi. Col cuore in gola e le mani giunte.
E peccato che Callejòn non abbia tramutato in gol quell’occasione, salvo rifarsi poi 20′ più tardi.
Di certo c’è che il Napoli ha trovato un elemento di fiducia su cui costruire basi solide di una altrettanto solida difesa.
Un ragazzo che senza proclami ha vestito la maglia azzurra onorandola ad ogni centimetro.
Un capitano, che resta sulla nave con la buona e la cattiva sorte.
Molto spesso più forte delle onde stesse.

 

A cura di Gennaro Arpaia (Twitter: @gennarojenius9)

 

 

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