Se la caratura di un popolo è data dalla forbice di indecisi che si presenta alle elezioni votando sempre in direzione del vento, la radiografia di un popolo di tifosi può essere il numero di persone che da un giorno all’altro si trasformano da ottimisti a pessimisti e viceversa, a seconda delle vittorie. Ecco, su questi presupposti qui, Napoli e il Napoli in questo periodo se la passano male, ma male assai. L’ho detto.
GIULIETTA E’ SEMP’ N’AMICA – Diciamo pure che la ritrita analogia shakespeariana ha un po’ stufato, anche perché di questi tempi non c’è nessuno che ci sia più di conforto dei veronesi, bontà loro. Altri sei gol, Mandorlini che con Benìtez non ne azzecca una, ma soprattutto la sublimazione di un trend che vediamo da diverse settimane. Il Napoli rispetto allo scorso anno ha risolto anche gli annosi problemi di personalità con le piccole. La partita la fa eccome, solo non riesce a concretizzare l’enorme mole di gioco espressa. Anzi, non riusciva, finché Higua e soci non hanno sfogato tutto in 45 minuti. Sperando che il freno a mano sia tolto definitivamente.
COSA VA – Va la manovra offensiva, va come un treno, è perfino superfluo annotarlo. Soprattutto vanno alla grande Marek e Gonzalo, i due Godot che – restando in tema di metafore abusate – Napoli non poteva più permettersi di aspettare. E’ però molto più utile rimarcare la crescita di alcuni elementi che servono come il pane a questa squadra: Insigne, Ghoulam e soprattutto Jorginho, che, almeno sulla carta, con David Lopez forma la coppia di centrocampisti più efficace di tutte quelle possibili, per il mix perfetto fra qualità e concretezza. Il lato più positivo di tutti è comunque la ritrovata armonia fra i calciatori, l’intesa che funziona, il pallone che arriva finalmente in porta con una cattiveria bestiale, senza tutti quei ghirigori. Fra miracoli di Rafael (quello del Verona) e gol segnati è stato un vero e proprio bombardamento. Ebbene, se lorsignori creano sempre questa mole di conclusioni a rete vuol dire che si è risolto anche un altro problema enorme dello scorso anno. Alla faccia di chi definisce questa squadra troppo velleitaria per giocare in Italia.
COSA NON VA – Il secondo gol, e con lui tutta una serie di situazioni difensive a dir poco approssimative, specialmente nel primo tempo quando i parametri tattici non erano ancora saltati. E’ la (stra)vecchia storia della coperta corta, figlia anche di alcuni errori individuali piuttosto marchiani. Su Nico Lopez ad esempio, la pessima chiusura di Koulibaly e il posizionamento difettoso di Rafael, che prende gol sul primo palo. Al di là della notazione tecnico-tattica, ciò che davvero non va è l’atteggiamento di tutto l’ambiente nei confronti della squadra, che giovedì sera era ancora prima nel girone di EL e oggi è a -2 dal terzo posto e a -5 dal secondo. Inutile piangere sul calciomercato versato, ora basta avere un po’ di pazienza e vedere cosa è in grado di fare questo gruppo. Contestare per contestare serve solo per creare un clima inutilmente negativo ed espone a figuracce come quella che molti di voi hanno fatto ieri sera. Per coerenza non dovreste neanche esultare.
Di AntonioPapa (Twitter @antoniopapapapa – ShareSoccer @papalepapale)
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