Valon Behrami torna a parlare di Napoli. Il centrocampista svizzero, passato in estate all’Amburgo, ha parlato ai microfoni del Corriere del Mezzogiorno del momento azzurro e, soprattutto, della contestazione – violenta – dei tifosi al termine di Young Boys-Napoli: “Mai una contestazione nei miei riguardi. E non mi è neanche mai capitato di assistere a contestazioni ai miei compagni. Certo, abbiamo quasi sempre vinto. Ma anche quando si perdeva non ricordo insofferenze particolari. Credo che la tifoseria si senta presa in giro e non lo tollera. Il nuovo corso del Napoli aveva creato grandi aspettative. Con Benitez si era puntato alla qualità in senso assoluto. E quindi grandi proclami, squadra forte e obiettivi da raggiungere. Prescindendo da tutto quanto era stato fatto prima. La Coppa Italia è stato un ottimo trionfo, ma le ambizioni erano altre”.
CIRO ESPOSITO – Ah, quella Coppa Italia maledetta. Una serata che difficilmente dimenticheremo: “La morte di Ciro Esposito è stata una tragedia enorme”.
IL CALCIO COME RISCATTO SOCIALE – Napoli vive con il Napoli e per il Napoli. E spesso la città di aggrappa alla squadra per ottenere rispetto dal resto d’Italia e non solo: “È proprio così. Io sono kosovaro e so di cosa parliamo. Grazie al calcio gli albanesi non sono più additati come zingari o ladri. Si sono accreditati e hanno ottenuto stima e rispetto. Napoli ha bisogno del calcio per avere il giusto riconoscimento in Italia e in Europa”.
NAPOLI SENZ’ANIMA? – Secondo Behrami questa squadra non rispecchia l’indole napoletana: “La squadra è stata costruita sulla qualità, qualità pura. È bella da vedere, ma non ha molto in comune con l’indole napoletana. Lì la gente vuole sentire il sacrificio, vuole vedere i calciatori correre e sudare. E poi è capace di applaudire anche se si perde. Quando c’era Maradona attorno alla sua genialità c’erano giocatori che correvano, davano l’anima”.
LEADER – E’ un Napoli senz’anima, ma è un Napoli soprattutto privo di un vero e proprio leader: ”Ora non più. Paolo Cannavaro, Pepe Reina lo erano. Sfido chiunque a smentirmi: oggi non vedo un giocatore che possa farsi sentire da tutti e aiutare tutti a risolvere i problemi”.
MAREK HAMSIK – Lo slovacco annaspa. Il suo inizio di stagione è ancora lontanissimo dalla miglior condizione fisica e psicologica. Ma per Behrami c’è anche un problema tattico: ”Credo stia soffrendo molto. Lui è il giocatore di maggiore qualità in quel gruppo. Lui sa fare il leader in campo, parla con la palla tra i piedi. Mi dispiace che non sia messo in condizione di far vedere quanto vale. Gioca in un ruolo non suo ed è troppo un bravo ragazzo per opporsi”.
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