Belle, vincenti e convincenti.
Le squadre italiane in Europa sembrano aver – finalmente – ingranato la marcia, quella giusta.
Tra Champions ed Europa League, nelle dodici gare disputate nelle prime due settimane, una sola sconfitta, per di più accettabilissima, della Juve sul campo dell’Atletico Madrid, che lo scorso anno arrivò a pochi secondi dalla conquista del trofeo, mentre Roma, Napoli, Inter, Fiorentina e anche Torino continuano nella marcia trionfale da imbattute nei rispettivi gironi.
VINCENTI SI, MA… – Eppure c’è qualcosa che non va nelle italiane di questa stagione. Non ci chiamate ‘pignoli’, ma se è vero che l’Italia è da sempre patria di marinai e calciatori, anche molti stilisti e creatori di moda hanno le loro radici nel Belpaese.
Ecco perché, al di là delle vittorie, dei sorrisi, dei festeggiamenti, sono le divise delle squadre italiane a lasciare interdetti.
…QUEI COLORI? – La Juve s’è presentata al Calderòn con un completo verde fluo da fare invidia ai prati verdi. La divisa ricordava più quella di un arbitro che di un calciatore, ma almeno il verde rappresenta la speranza, e per la Juve la speranza è poter uscire indenni dal difficile girone.
La Roma s’è affidata quest’anno alla Nike, ma la casa americana, a dispetto di due bellissime divise (casa e bianca da trasferta), sulla terza maglia, completamente nera, non si è proprio impegnata più di tanto.
Meno peggio va alla Fiorentina, viola e bianca come da anni, ma la Nike torna a far danni con l’Inter: dopo la divisa troppo nera e troppo poco azzurra, l’azzurro fluo utilizzato in Europa League ricalca lo stile visto per la Juve, più da uniposca che da squadra di calcio.
Se la cava il Torino, granata classico, ma come sempre spetta al Napoli e alla Macron il primato assoluto.
Dopo il doppio camouflage della scorsa stagione, perfetto per il marketing, la società di De Laurentiis ha continuato con le innovazioni introducendo una maglia jeansata, concetto completamente nuovo per il calcio italiano ed europeo.
A rovinare il tutto, però, quel verde fluo per nomi e numeri che poco pare essere avvezzo alla presenza sul colore jeans.
Insomma, i calciofili italiani faranno meglio a tenersi strette le vittorie, ma per la moda “Made in Italy” pare non esserci tempo.
Menomale che stilisti e cultori di moda del nostro paese non sembrano tanto attratti dalle Coppe europee.
A cura di Gennaro Arpaia (Twitter: @gennarojenius9)
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