Servivano i tre punti. Sono arrivati domenica a Reggio Emilia contro il Sassuolo. Una vittoria sofferta, ma confortante. Almeno dal punto di vista difensivo.
Per le bollicine ci sarà tempo, intanto i partenopei hanno mantenuto la propria porta immacolata per la prima volta in stagione.
Un’iniezione di fiducia, un pieno di autostima: il miglior carburante possibile per le menti più che per le gambe degli azzurri. Una piacevole eccezione in questo complicato preambolo di stagione da trasformare in regola nel prosieguo della stessa. Perchè proprio la fase difensiva è la cartina al tornasole utile per misurare e quantificare le ambizioni di una squadra. Per stabilirne il rango. Fase difensiva e di conseguenza continuità. La prima condizione necessaria e ausiliaria ma non sufficiente per la seconda. Perché alla solidità ritrovata deve aggiungersi un gioco che ancora stenta a decollare. Solidità ritrovata o impermeabilità apparente?
Per avere più indicazioni sullo stato di convalescenza basterà aspettare domani quando il Napoli volerà al Pasienki di Bratislava per affrontare lo Slovan nel secondo turno di Europa League.
LA STORIA – Lo Slovan è una formazione con quasi cent’anni di storia, una delle più importanti e titolate della giovane repubblica slovacca. Anche quando faceva parte della Cecoslovacchia, tuttavia, i bianco-azzurri hanno saputo farsi rispettare vincendo ben otto campionati e cinque coppe nazionali. In ambito internazionale vantano dieci successi nella Coppa Piano Karl Rappan, ma sicuramente l’alloro più prestigioso è quello rappresentato dalla conquista della Coppa delle Coppe 1968/69.
ROSA – Non particolarmente eccelsa a livello tecnico. Vincitore di due titoli slovacchi consecutivi, lo Slovan Bratislava non gode della stessa aura reverenziale al di fuori dei confini nazionali. Probabilmente la Cenerentola del girone I, come testimonia anche il sonoro passivo subito all’esordio europeo contro lo Young Boys (5-0), i bianconeri della capitale navigano in acque perigliose anche in campionato. A dispetto del passato i campioni di Slovacchia hanno avuto un inizio di campionato balbettante, riuscendo a raggranellare soltano 16 punti nei 10 incontri finora disputati con un computo reti attive/passive quasi in perfetto equilibrio (15-14). Il mercato dal canto suo non ha riservato grossi colpi, se non quello del centrocampista Richard Lasik. Difficile trovare picchi di qualità nelle rosa a disposizione del tecnico Frantisek Straka; tuttavia il veleno si annida nella coda e nei piedi di quel Robert Vittek capace di estromettere con una sua doppietta la Nazionale di Lippi alla kermesse iridata di quattro anni fa.
PORTIERI: Dusan MARTIN, Martin POLACEK.DIFENSORI: Nicolas Ezequiel GOROSITO, Branislav NINAJ, David HUDAK, Tomas JABLONSKY, Kristian KOLCAK, Milos JOSIMOV, Martin VRABLEC, Mamadou BAGAYOKO, Richard LASIK, Erik CIKOS. CENTROCAMPISTI: Erik GRENDEL, Samuel STEFANIK, Igor ZOFCAK, Viktor MIKLOS, Marko MILINKOVIC, Filip HLOHOVSKY, Seydouba SOUMAH. ATTACCANTI: Lester PELTIER, Karol MESZAROS, Robert VITTEK, Pavel FORT, Juraj HALENAR.
COME GIOCA – Così come lo Sparta Praga anche lo Slovan Bratislava adotta un modulo speculare a quello azzurro. Nonostante l’assenza del totem Robert Vittek, ineleggibile per infortunio, Frantisek Straka non rivoluzionerà le sue convinzioni tattiche. Nel consueto 4-2-3-1 le chiavi del centrocampo saranno affidate a Lasik, mentre qualche metro più indietro toccherà a Ninaj guidare la linea difensiva. Davanti invece il trio Milinkovic, Jakubek, Kubik avrà il compito di sfruttare gli spazi aperti dal battistrada Peltier.
Slovan Bratislava (4-2-3-1): Pernis, Cikos, Hudak, Gorosito, Kolcak, Zofcak, Milinkovic, Lasik, Jakubek, Kubik, Peltier. A disp: Allenatore: Straka
L’UOMO CHIAVE – Con l’ariete Vittek indisponibile, le insidie per il Napoli potrebbero venire dalla maggiore freschezza atletica degli avversari. Molti sono i giovani da tenere d’occhio tra le fila dei bianconeri. Uno di questi è sicuramente il sopracitato Lasik. Paragonato a Marek Hamsik per le movenze e lo stilema calcistico, il classe 92′ proveniente dal Brescia è un giocatore molto eclettico. In possesso di una discreta tecnica Lasik può giocare indifferentemente da interno o esterno di centrocampo. Un altro elemento in grado di spostare gli equilibri è Marco Milinkovic. Dotato di un repentino cambio di direzione, il classe 88′ può essere una spina nel fianco, specie se i laterali azzurri non saranno attenti e concentrati nello scalare le posizioni.
A cura di Vincenzo Lacerenza (@vinlacer7)
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