“L’équipe c’est moi”, potremmo dire di Higuaín parafrasando una famosa frase attribuita spesso a Luigi XIV. Il match del Mapei Stadium ha dimostrato ancora una volta l’assoluta indispensabilità per questa squadra del fuoriclasse argentino. Anzi, mettendo per un attimo il corazón da parte, verrebbe quasi da domandarsi cosa ci faccia un calciatore del suo livello lì, nel bel mezzo della classifica, tra color che son sospesi e si barcamenano per un posto al solo… ehm, al sole dietro le spalle invalicabili di Juve e Roma che già dominano la liga italica. Eppure Gonzalo è sul pezzo, si sbatte, sbraita, si rammarica per le occasioni fallite. Anche se a volte, troppe volte, predica nel deserto, come un rabdomante solitario in cerca di una pipita… ehm, di una pepita d’oro massiccio. È a secco da inizio campionato, eppure non ce ne siamo manco accorti. Ogni volta che tocca la palla è una poesia declamata. Ogni suo passaggio vincente un cioccolatino goloso pronto da scartare per il ghiottone di turno. Ma il popolo non segue, anzi arranca affannosamente. Non gioca bene, è in netto calo; non è all’altezza di Sua Altezza Gonzalo.
di Domenico Ascione (Twitter: @vesuvilandia)