L’uomo realmente capace è colui che da solo torna sui propri passi per cambiare qualche suo comportamento, e permettere a sé stesso di andare oltre ogni limite raggiunto prima.
E Rafa Benitez, a Napoli, sta diventando proprio questo tipo di uomo: dubbioso, ma pronto al cambiamento.
I suoi metodi, le sue idee restano, per carità, perché a 54 anni, con quarant’anni di esperienza calcistica, sai di non poterti prestare alle ansie da prestazione, ma sai anche che il calcio è gioco di equilibri minimi, basta un niente per spostare un fattore negativo trasformandolo in positivo.
È così che cambiano gli allenamenti della squadra, è così che agli azzurri, dopo il match deludente col Palermo, non viene concesso il giorni di riposo prestabilito, uno dei punti fondamentali della carriera di Rafa da sempre.
In Spagna ed Inghilterra ha imparato e mostrato tanto, ma a Milano ha capito l’italianità del gioco: Benitez non vuole lasciare Napoli, la città di cui è diventato simbolo e portabandiera, esempio e capopopolo, ed è quindi pronto a tutto pur di invertire la rotta.
Una vera e propria rivoluzione: una Rafolution.
A cura di Gennaro Arpaia (Twitter: @gennarojenius9)
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