Sacchi: “Il Napoli non è ancora un collettivo, Benitez sta provando a dare una dimensione europea alla squadra”

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Nel corso di una lunga intervista a Il Mattino, Arrigo Sacchi, ex tecnico tra le altre di Milan e Nazionale, ha parlato a trecentosessanta gradi sul Napoli. Sulla disfatta di Bilbao: “Gli azzurri sono stati massacrati dal Bilbao, che sulla carta è meno forte. Però gli spagnoli hanno messo in campo un’intensità pazzesca ed erano molto ben collocati come squadra. Se sono un regista e voglio fare un film drammatico, mica vado a prendere attori comici. Benitez sta facendo un grande sforzo per dare al Napoli una mentalità europea ma ha difficoltà ad imporsi in un contesto che non recepisce le sue idee perché in Italia siamo conservatori e ancoràti a un calcio che si giocava troppi anni fa”.  Poi dall’alto della sua esperienza si inerpica sui sentieri della tattica: “Io schieravo anche cinque giocatori oltre la linea della palla ma avevo gente che andava avanti e rientrava. Il segreto è tutto qui: i reparti devono sapersi congiungere in ogni momento della partita, cercare la compattezza, l’armonia tattica e collocarsi in maniera perfetta in mezzo al campo. Il Napoli non è ancora un collettivo organico, deve diventare più omogeneo, migliorare la tecnica, la fantasia e avere superiorità nei pressi della palla. In poche parole, Benitez deve trasformare i giocatori da nazionali a internazionali“. Infine chiosa sugli obiettivi futuri del Napoli: “Dopo Bilbao è mancata la sintonia tra staff societario, squadra e pubblico. I giocatori ci sono, penso a Higuain, Hamsik, Callejon, Mertens ma devono ragionare e stare in campo da squadra. Quando avranno risolto questi problemi, gli azzurri torneranno in alto”.

 

 

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