Rinnovamento, è lo slogan preferito da quelli che in questo Paese sono al comando.
Il rinnovamento lo vuole Renzi per l’Italia, Marchionne per la Ferrari, Tavecchio per il calcio italiano.
Il neo presidente federale, uno che, vista la sua carta d’identità, neanche dovrebbe comparire vicino alla parola “rinnovamento”, ha già esposto alla Federazione i punti su cui lavorare per riportare in alto il calcio italiano nei prossimi anni.
Punti che, ad onor del vero, sembrano poter essere la strada giusta.
Perché abbassare il numero di squadre in Serie A e disciplinare l’arrivo nel nostro campionato per i giocatori extracomunitari dovrebbe essere già consuetudine. E invece l’Italia come sempre è più dietro degli altri, quindi aggiorniamoci.
GENERAZIONE ITALIA – Ma è sull’utilizzo dei calciatori italiani che il numero uno della FIGC può rompere le uova nel paniere al Napoli, nonostante il patron degli azzurri, Aurelio De Laurentiis, sia stato uno dei primi e più influenti sostenitori della sua candidatura contro Albertini.
Se dovesse essere realizzata già dal prossimo anno, infatti, la norma che prevede “l’utilizzo contemporaneo e obbligatorio di almeno quattro giocatori italiani nell’undici iniziale, successivamente sostituiti solo da calciatori con la medesima nazionalità”, non sarebbe amica degli azzurri: dati alla mano, e in attesa del mercato di gennaio che potrebbe mischiare le carte, il Napoli ha oggi in rosa solo 5 italiani.
Maggio, Insigne, poi Mesto, il terzo portiere Colombo e il fuori rosa Rosati. Con il numero minimo praticamente impossibile da raggiungere.
Potremmo aggiungerci Jorginho, che in teoria ha la doppia nazionalità, italiana e brasiliana, ma su questo aspetto la Federazione non s’è ancora pronunciata.
LA STRADA GIUSTA – Attaccare Tavecchio, in questo caso, non appare giusto. La norma per gli italiani, già utilizzata in altri sport, ha dato i risultati sperati, e anche nel calcio potrebbe cogliere nel segno.
Nella pallacanestro, ad esempio, ha portato l’Italia a ritrovarsi ben quattro giocatori nella NBA, il campionato professionistico americano, il più importante del mondo. Un risultato insperato fino a pochi anni prima.
De Laurentiis e il Napoli dovranno dunque mettersi al passo: le prossime sessioni di calciomercato potrebbero essere ancor più difficili del previsto.
SCUGNIZZERIA – Ecco che, altro punto ‘tavecchiano’, assumerebbe vitale importanza quella ‘Scugnizzeria’ tanto declamata qualche tempo fa dal patron azzurro e che fino ad oggi ha saputo produrre il solo Lorenzo Insigne per la prima squadra. Più una sfilza di giocatori che attualmente galleggiano tra Serie B e Lega Pro in attesa di conoscere il proprio destino.
Un po’ pochino per i primi dieci anni di progetto.
Attingere dal proprio vivaio sarebbe la mossa giusta per rimettersi in carreggiata e non doversi svenare alla ricerca di giocatori altrui.
Perché la rinascita del calcio italiano passa necessariamente anche dai piedi del Napoli.
A cura di Gennaro Arpaia (Twitter: @gennarojenius9)