Se ci fosse un filo ad unire la passata stagione e quella cominciata da poco, sembrerebbe il filo di Marek Hamsik.
Lo slovacco, ormai volto storico di una squadra che sette anni fa tornava in Serie A da protagonista, ha chiuso il 2013-2014 registrando agli annali la sua peggior stagione.
Strano ma vero, la fortuna più grande dello scorso anno è stata per lui l’infortunio: quei problemi fisici che ne hanno si caratterizzato la stagione in negativo, ma che hanno anche nascosto il vero problema presente.
DOVE LO METTO? – Benitez se lo sarà chiesto più volte, perché Marek sembra sempre più un corpo estraneo in questo Napoli.
Ha illuso tutti la sua partenza dell’anno scorso: 6 gol nelle prime 11 partite furono fumo negli occhi in attesa delle vere difficoltà.
Lo slovacco è calato sempre di più e non solo per l’infortunio al piede che ne ha condizionato l’anno: il Napoli è cresciuto, ha trovato un’identità via via sempre più netta, ma lasciando indietro il numero 17.
Il 4-2-3-1 del tecnico spagnolo sembra sempre meno congeniale a lui, pur esaltando le qualità di molti altri, almeno non nella posizione di trequartista che Benitez gli ritagliò un anno fa.
Troppe le sbavature mostrate per tutto lo scorso campionato, e chi si aspettava una rinascita lenta dopo un po’ di difficoltà di ambientamento è stato smentito.
FALSA PARTENZA – Il Mondiale da guardare da casa è stato una doppia occasione per Hamsik: riposo e possibilità di concentrarsi sulla stagione che verrà.
Il preliminare di Champions è stato il primo passo falso. Non guardiamo al gol segnato: Hamsik ha le qualità per segnare sempre, in ogni modo e in ogni posizione, ma la rete a casa del Bilbao è stata una sua trovata geniale, non certo un frutto della manovra corale della squadra azzurra.
All’andata al San Paolo aveva fornito un assist ad Higuain, giocando molto dietro rispetto a quella che dovrebbe essere la sua zona di campo.
Ed anche all’esordio in campionato a Genova non è parso tra i migliori: troppi errori in fase di possesso, sbavature in quella di non possesso. Non è un caso se la squadra ha alzato i giri del motore quando al suo posto è entrato il mobilissimo De Guzman, capace di coprire diverse parti del centrocampo e di ritrovarsi poi davanti alla porta per segnare il gol decisivo.
UN PROBLEMA DA RISOLVERE – Trovare la giusta collocazione tattica ad Hamsik dovrà essere il primo problema di Benitez nelle prossime settimane.
Il mercato ha dato indicazioni importanti per il futuro: non è arrivato alcun giocatore di livello assoluto per ricoprire i ruoli nella mediana azzurra, quindi è probabile che si vada sempre più verso una trasformazione del centrocampo napoletano, che potrebbe passare da due a tre elementi. Un esperimento che Benitez aveva già mostrato a Dimaro.
La storia futura dei partenopei passerà certamente da lì, dai piedi e dalla testa di Marek Hamsik. Che non sembra essere sgombra, ma che con la fascia di capitano al braccio potrebbe trovare gli stimoli giusti per cominciare a prendere finalmente per mano il suo Napoli.
A cura di Gennaro Arpaia (Twitter: @gennarojenius9)