In un’Italia a cavallo tra le due grandi guerre appare una figura a dir poco insolita che, a detta di qualche pirata, infesta il mar Mediterraneo. Si parla spesso di asini che volano, ecco in questo caso si ha a che fare con un maiale volante. Niente ali però. Porco Rosso guida un idrocaccia. Il regime fascista lo reputa un nemico da abbattere, così come i tanti pirati che depredano le acque sorvegliate da questo scontroso paladino. Al suo fianco, pronte a dargli forza nei momenti più bui, una giovane che crede ciecamente nelle sue capacità e lo seguirebbe in capo al mondo e una splendida donna, aggrappata a ricordi che iniziano a ingiallire, in attesa del suo ritorno.
Come nel film di Miyazaki anche Napoli ha il suo Porco Rosso, troppo spesso solo contro tutti e costretto in un ambiente a volte ostile. Armato di charme e un accento particolare Benitez ha provato fin da subito a lottare contro una mentalità tanto datata quanto ancora dilagante in città, quella catastrofista di parte della stampa e del tifo. L’ultimo capitolo di questa triste saga è andato in scena nel corso della scorsa conferenza stampa pre Bilbao, quando Rafa ha dovuto rimarcare come il progetto Napoli vada ben oltre una singola gara o competizione. Occorre guardare avanti, alla stagione nella sua interezza e agli anni futuri. Implacabile però il grido dei pirati che, tra web, social e carta stampata inneggiano alla vittoria o la morte.
Per fortuna però che Porco può ancora contare su qualcuno. Quella giovane, che nello scorso anno ha fatto ben crescere e vincere, lo segue senza battere ciglio. Qualche elemento della rosa potrà cambiare ma lo spirito è sempre quello di scendere in campo e seguire le direttive dell’occhialuto spagnolo intento a prendere appunti in panchina.
Un tempo ci si faceva vanto di una scritta: “Al di là del risultato”, macchiata quest’anno alla prima gara ufficiale. Un primo tempo di sofferenza, un gol subito e poco fiato sarebbero un peso sufficiente per chiunque, eppure il pubblico del San Paolo, occasionale o meno che fosse, ha ben pensato di rincarare la dose aggiungendo una bordata di fischi. “Il pubblico è sovrano e ha il diritto di fischiare se vede qualcosa che non apprezza”. Questa frase, esposta in mille modi differenti, campeggia in svariati forum, e forse alla lunga rappresenterà la morte di una delle tifoserie più calde e appassionate del mondo.
Al San Mamés è richiesto un sacrificio mentale e fisico, oltre i fischi e una stanchezza che rende questo preliminare un vero e proprio massacro. Ancora una volta prenderemo lezione in terra di Spagna, non in campo (si spera), ma sugli spalti, dove i figli baschi saranno applauditi e sorretti, sempre. “Uscire dalla Champions non sarebbe una tragedia”, ecco le parole del Rafa Rosso, che di certo però avrà studiato un paio di manovre a sorpresa con il suo idrocaccia. Se poi dovesse giungere una sconfitta la si prenderà con onore, stringendo la mano agli avversari e cullando il sogno di mantenere quella promessa fatta alla propria amata anni orsono, stringendola forte e alzandola al cielo, dopo 24 anni d’attesa.
di Luca Incoronato (Twitter: @_n3ssuno_)
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