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Categories: Interviste

DeLa show a Dimaro: “Le scommesse sono una piaga, Mascherano ha una certa età. Mazzarri bruciò Vargas e pure Veratti…”

 

 

Gustoso fuori programma a Dimaro, dove si è tenuto l’incontro di Benitez, Albiol e Maggio con i tifosi. Sale sul palco Aurelio De Laurentiis, che si diverte a rispondere alle domande di Marino Bartoletti. Ne vien fuori una chiacchierata piuttosto interessante, con diversi retroscena. Il primo è relativo al momento in cui fece il grande passo: “Quando ho comprato il Napoli tutto è nato da una irruenta passionalità. Ricordo che ero a Capri in vacanza e incontrai un signore con una pancia grande quattro volte la mia e pieno di gioielli, che diceva di volerselo comprare per 5 milioni di euro. A me parve strano, visto che qualche anno prima avevo provato ad acquistarlo con 120 miliardi di lire. Quando ho visto questa orrenda immagine arrivare da Santo Domingo, ho detto ai miei amici che questa persona voleva comprarsi il Napoli e loro mi hanno detto che era fallito. Lo comprai io, e quando mia moglie lo scoprì mi diede del pazzo, visto che non sapevo niente di calcio. La mia risposta? Non c’è bisogno di conoscere il calcio, i miei familiari mi hanno insegnato cosa significa essere napoletano”. Dopo questa frase il presidente si commuove vistosamente e smette di parlare, mentre il pubblico gli concede un’ovazione.

 

 

PIAGA SCOMMESSE – La prima digressione del presidente riguarda il calcioscommesse, sul quale racconta un retroscena: “Voglio raccontarvi una cosa che forse molti di voi ignorano: a Singapore c’è la base della rete più grossa delle scommesse, ha un fatturato più grosso di quello della cocaina in tutto il mondo. Voi sapete che in Italia ci sono parecchie organizzazioni delinquenzali, tra cui c’è la ‘Ndrangheta, che non è come pensiamo che sia; parliamo di un sistema che ha studiato e che si è emancipato. Loro dominano il mercato della cocaina insieme agli albanesi e ai messicani, con questo mercato guadagnano circa 350 miliardi all’anno. Con il calcioscommesse invece il giro è di ben 450 miliardi di euro all’anno. Secondo quanto dice il magistrato Cantone, dato che in Inghilterra, in Francia, in Germania, in Italia c’è una legge serie sul traffico di stupefacenti, tutti si sono buttati sul calcioscommesse che ha invece pene incerte, dopo 3 giorni di galera sei subito fuori. Il problema più grande che abbiamo nel nostro sport è l’assenza di legalità”.

 

DELA E IL MERCATO – Le risposte di De Laurentiis sul mercato Napoli, come sempre, prendono sempre la strada più larga: “Se adesso chiedessi a voi tifosi quale giocatore vorreste, uscirebbero fuori 250 squadre diverse. L’anno scorso abbiamo cambiato modulo inserendo uno schema internazionale che non conoscevamo proprio, ovvero il 4-2-3-1. Vedrete quest’anno come sarà difficile per la Juve passare dalla difesa a 3 a quella a 4. Secondo voi perchè Conte è andato via? Forse ha capito che sarebbe stato molto complicato vincere una quarta volta. Il nostro problema è che così giochiamo a trazione interiore, perciò c’è bisogno di qualcuno a centrocampo che interpreti bene il ruolo. Senza sottovalutare poi l’eventualità di problemi fisici. Quando mi chiedete di Mascherano, dovete ricordarvi che bisogna sempre vedere se il calciatore vuol venire, se ce lo vendono, quanto guadagna, quanto dovremmo pagarlo per utilizzarlo solo 3 anni e mezzo visto che ha una certa età. Quando sono arrivato al Napoli non mi seguiva nessuno, sentivo parlare dell’Inter dei senatori, però io preferisco giocare coi ragazzi di vent’anni. Il Barcellona, ad esempio, azzeccò una squadra del genere per 6 anni è stato ai vertici del calcio mondiale. Ricordo ciò che mi diceva Mazzarri, e cioè di negare la possibilità di scudetto, perchè altrimenti i tifosi avrebbero preteso troppo. Ma io sono una persona onesta e da me non avrete mai bugie. Lo scorso anno se non avessimo avuto gli infortuni di Zuniga, Mesto, Maggio, Hamsik e tanti altri magari avremmo potuto fare di più”.

 

I GUAI DI MAZZARRI – A questo proposito Don Aurelio svela un paio di chicche dell’epoca di Mazzarri. Anzi, più che altro conferma ciò che si sapeva già da un pezzo. Gli si chiede di Vargas e lui risponde così: “Ho offerto 11 milioni per prendere Verratti all’epoca, visto che ogni tanto faccio di testa mia, così come lo scorso anno ho fatto per Higuain. Mi fu detto da questa persona che se fosse venuto Verratti lui non lo avrebbe fatto giocare in prima squadra, quindi richiamai quelli del Pescara dicendo che con questo allenatore non avrei potuto più prendere Verratti. Con Vargas invece feci di testa mia e lo presi per 12 milioni. Se però l’allenatore non parla con lui e non gli fa capire come giocare, come fa lui a capirlo? Parliamo per giunta di un ragazzo molto introverso, che ha avuto il colpo di grazia con quest’attegiamento. Peraltro l’allenatore non parlava nemmeno la sua lingua. Adesso tornerà con noi qui in ritiro, se Rafa lo vorrà e lo considererà dei nostri ce lo terremo, altrimenti lo venderemo”.

DELA, MARADONA E LO STADIO – Un altro paio di news Napoli su temi caldi, dallo stadio alla figura ingombrante di Diego Maradona: “Se volessimo costruire un nuovo stadio allora per 10 anni non faremmo mercato, e penso che non sia il caso. Spero che il comune mi dia in gestione il San Paolo per abbellirlo. Se mi danno i permessi bene, altrimenti me li prendo da solo perché mi sono rotto le scatole. Maradona ambasciatore del Napoli nel mondo? E’ stato il giocatore più grande della storia, forse anche più forse di Pelè. Sono io che gli ho proposto questo ruolo, visto che dobbiamo riuscire a networkizzare tutti i napoletani che sono sparsi per il globo. Oggi come oggi è ancora legato ad una squadra negli Emirati Arabi, quindi bisogna capire cosa vuol fare nel suo futuro”.

 

 

Antonio Papa

Giornalista pubblicista dal 2010, "fratello maggiore" di tanti redattori del network, autore di trasmissioni televisive. In TvPlay sono, insieme a Claudio Mancini, il conduttore di FantaTvPlay, di "Chi Ha Fatto Palo" e di altri format creati da noi. Sono una persona che ha fatto della scrittura la sua ragione di vita, coronando un sogno che avevo fin da bambino. Il mio motto è “lavorare seriamente senza mai prendersi sul serio”. Cerco di trasmettere la mia passione e il mio entusiasmo alle persone che lavorano con me: quando ci riesco… ci divertiamo!

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