FOCUS – Fratelli di Ciro: come Immobile può salvare l’Italia

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Ancora pochi minuti al fischio d’inizio di Italia-Uruguay, gara decisiva per gli azzurri nella strada per il Mondiale brasiliano.
Vincere – o pareggiare – per passare il turno e giocarsi gli Ottavi di finale con la Colombia, molto probabilmente.
Uno step alla volta, ecco che allora la gara contro l’undici di Tabarez diventa un bivio da dentro o fuori.

 

Prandelli si è presentato a questa rassegna mondiale senza alcuna certezza. Questa è forse l’unica colpa imputabile al Ct.
Nessuna certezza sugli uomini, sulle convocazioni, sul modulo, sul tipo di gioco da mostrare in campo.
Da qui le due facce dell’Italia, mostrate tra Inghilterra e Costa Rica: buona nella prima uscita, troppo brutta per essere vera nella seconda.
Non c’è due senza tre, allora, ed ecco che al terzo appuntamento del Mondiale l’Italia si ritrova a cambiare ancora faccia: modulo diverso, uomini diversi, gioco diverso.Addio al centrocampo folto visto nelle prime due uscite, e approccio al 3-5-2 che pareva inizialmente accantonato da Prandelli.

 

Un cambio ci sarà anche e soprattutto nelle facce da copertina della nuova Italia.
Addio alla faccia corrucciata e alla cresta di Balotelli – che però dovrebbe regolarmente scendere in campo – e benvenuto alla faccia da bravo ragazzo di Ciro Immobile.
Nato a Napoli 24 anni anni fa, Ciro arriva a questo Mondiale da protagonista per aver vinto il titolo di capocannoniere nell’ultima Serie A e per aver firmato, appena prima dell’aereo per il Brasile, il passaggio dai granata al Borussia Dortmund, che ha scelto lui per sostituire un bomber come Robert Lewandovski.
Eppure, nonostante gli onori della cronaca, nei primi due episodi della cavalcata azzurra non ha visto il campo, se non nei pochi minuti concessigli da Prandelli alla fine della gara contro l’Inghilterra, quando è subetrato a risultato ormai acquisito senza lasciare il marchio sul match.

 

Stasera, invece, Immobile potrà assaporare per la prima volta da titolare l’aria di un Mondiale.
Prandelli darà a lui le chiavi dell’attacco, sperando che la sua scelta sia finalmente premiata.
E nel giorno in cui si aggravano ulteriormente le condizioni del concittadino e omonimo Ciro, il tifoso che fu ferito lo scorso 3 maggio, appena prima della finale di Coppa Italia, la presenza da titolare di Immobile può avere più di un significato.
Per una rivalsa che arrivi dentro e fuori dal campo.

 

Di Gennaro Arpaia (Twitter: @gennarojenius9)

 

 

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