di Vincenzo Matino (seguimi anche su Twitter)
Spagna-Cile 0-2 e lo psicodramma è compiuto. La squadra da battere, gli spagnoli campioni di tutto sono fuori dal Mondiale dei Mondiali, quello brasiliano, dopo appena due partite. Gli unici ad essere dispiaciuti per l’uscita anticipata delle furie rosse sembrano essere però solo i tifosi della ‘Roja’. Strano davvero. Per anni il tiki-taka iberico è stato esaltato, copiato (in malo modo), discusso e infine battuto. Nel mentre però gli spagnoli sia con le squadre di club che con la Nazionale hanno riempito intere bacheche con i trofei più importanti, dalle Champions agli Europei fino ad arrivare al Mondiale 2010.
E dopo una disfatta del genere, da parte di chi ha insegnato calcio al mondo intero negli ultimi 6-7 anni, torna in mente una frase di un signore che non sta troppo simpatico ai più, ma che ha dimostrato di vederci lungo: “Chi vince sempre diventa antipatico”. Ed è vero, il Mondiale 2014 ne è la prova lampante. E’ uno strano piacere veder cadere gli dei, e nel peggior modo possibile. La storia ricorda i vincenti, ma i popoli amano chi anche per un attimo ha sovvertito l’ordine delle cose. Ed ecco perchè Olanda e Cile sono diventate le squadre con più tifosi ‘simpatizzanti’.
Bisognerebbe decidersi una volta e per tutte: questo tiki-taka ci piace o no? Meglio il catenaccio e le ripartenze fulminee? La verità forse sta nel mezzo. Il calcio resta ancora il gioco più bello del mondo perchè non c’è una formula perfetta, si può vincere in mille modi diversi. Meglio fare un passo indietro però e prendersi del tempo per pensare, perchè anche molti di quegli italiani che fino all’altro ieri esaltavano i cugini spagnoli e se ne vantavano riesumando antichi legami di sangue, hanno gioito della caduta degli dei del Futbol.
Allora forse il punto è un altro. Ogni tifoso è un sognatore e vedere squadre nettamente inferiori sulla carta battere i campionissimi fa sempre piacere, perchè fa pensare “Se ce l’hanno fatta loro allora ce la può fare chiunque, non è inutile giocare”. Sì, perchè fino a meno di un anno fa sembrava quasi inutile giocare contro le furie rosse. Troppo più forti rispetto ai comuni mortali. Il ciclo è finito? Può darsi. Il calcio scriverà presto un’altra pagina della sua favola. Ma la storia viene scritta per essere ricordata, e della Spagna delle meraviglie sembra che nessuno voglia ricordarsene. Per recuperare una frase ormai celeberrima: chi ama (il calcio) non dimentica.