Meno cinque, ormai ci siamo. Formazione fatta, titolari già decisi? Neanche per sogno. Del resto siamo italiani; se non ci riduciamo all’ultimo momento che sfizio c’è? Ma in realtà stavolta la faccenda è assai più complessa di quanto appaia in superficie. Parliamoci francamente, viviamo una fase interlocutoria, di ricambio generazionale, di “fine regno”, e a fine regno, si sa, gli equilibri tendono ad essere precari e traballanti; da una parte le vecchie glorie che tentano disperatamente di restare abbarbicate al trono, dall’altra i giovani virgulti pronti a fargli le scarpe al primo accenno di scricchiolio. L’inutile amichevole col Fluminense ha fornito risposte inaspettate, per certi versi sconvolgenti. Ha detto che in sostanza quei tre davanti non possono essere più ignorati, in barba a tutte le gerarchie bislacche di questo mondo. Per gli inglesi di Sporting Life ci sono buone possibilità che Insigne e Immobile partano titolari quando si farà sul serio (“Ciro Immobile and Lorenzo Insigne could lead Italy’s attack when the Azzurri open their World Cup campaign against England on Saturday.”), cioè a Manaus, contro di loro. In effetti non ci vuole certo un genio per accorgersi dell’intesa telepatica che c’è fra i due. Al momento sarebbe l’ipotesi semplicemente più ragionevole e meritocratica, aggettivo che da noi trova una certa qual difficoltà a piantare le radici. Eppure questa sarebbe l’occasione giusta: un Mondiale che ci vede da “sfavoriti di lusso”, un Mondiale dove abbiamo pochissimo da perdere, anche se escludere l’Italia a priori può sempre esporre a pessime figure, come ci ricordano fra l’altro gli amici transalpini (per i quali i transalpini siamo noi, ndr) de L’Équipe (“Et si l’Italie rejoignait le Brésil le 13 juillet prochain en remportant une cinquième Coupe du monde ? Ce scenario n’est pas le plus plausible mais il n’a rien d’improbable.”). Intesa telepatica, dicevamo, condivisa per certi versi pure da quell’Alessio Cerci che assieme al talento di Torre Annunziata ha appena sfoderato la stagione della vita in quel di Torino. Un triple Intesa, dunque, che potrebbe ben presto trasformarsi in Alleanza per spazzar via le ultime remore del tecnico e convincerlo così ad un fulmineo “changing of the guard” beffardamente spiattellato in faccia agli storici rivali britannici: fuori Candreva, Cassano e Balotelli, dentro Immobile, Insigne e “Circe” (farina del sacco di Marca.com, lo giuro). Fuori i maiali, dentro gli uomini. Anche se a volte, come ci insegna Orwell, si fa un po’ di fatica a distinguere chi è chi.
di Domenico Ascione (Twitter: @vesuvilandia)