Se l’amichevole col simpatico Fluminense doveva servire ad acclimatare gli Azzurri alle cocenti atmosfere verdeoro, be’, direi che Ciro Immobile da Torre Annunziata c’è riuscito benone: una gara sontuosa, quella del nuovo arrivato presso la corte di Mister Klopp: tre gol, due assist, una freddezza (a dispetto della temperatura) sottoporta invidiabile e un senso del sacrificio per la squadra assolutamente insospettato. Due assist, dicevamo, due perle di rara bellezza e altruismo, due cioccolatini solo da scartare offerti gentilmente al suo gemello del gol e del bel calcio, quel Lorenzo Insigne che sarà pure ancora acerbo e discontinuo, ma che allo stato dell’arte attuale è sicuramente uno dei pochi in casa Italia a saper dare del tu al pallone; anche perché i veri scugnizzi delle convenzioni sociali e dei formalismi se ne fregano altamente, e dove lo trovate uno più scugnizzo di Insigne? Non fosse per una difesa orripilante guidata dall’ineffabile “Paperin”, questo gruppo potrebbe davvero pensare in grande, perché la qualità là davanti è alta, altissima, forse non ancora di livello mondiale, però poco ci manca. Certo, fra sei giorni in porta ci sarà San Gigi, poi Barzagli, Bonucci, Chiellini, ma è l’intera fase di non possesso a procurare grossi grattacapi al condottiero Cesare. Certo, sulla carta i titolari offensivi sono Balotelli e Cassano (un pugliese e un bresciano), però Prandelli ha una settimana scarsa di tempo per mutare d’accento (a quel punto napoletano) e, perché no, pure di pensiero.
di Domenico Ascione (Twitter: @vesuvilandia)