Doblas 6.5 – La maggior parte dei calciatori del Verona soffre di una particolare agorafobia, che impedisce loro di uscire dalla propria metà campo. Doblas interviene raramente e soltanto per ordinaria amministrazione. Incolpevole, subisce una rete su calcio di punizione da Iturbe, unico avversario a provarci davvero. Il replay per chiarisce che era soltanto un modo per far tornare alla rete il recuperato Zuniga.
Maggio 6.5 – La forma ritrovata è una rassicurazione per Prandelli. Sempre attento, anche se in realtà offende poco, per merito di un Callejon imprendibile, e difende a tratti, grazie a un Verona che, vedendo i tanti bambini in tribuna, si è convinto che stasera si stesse giocando il derby del cuore. Per questo in campo sembravano la nazionale cantanti.
Henrique 7 – Adora viaggiare Henrique, visitando luoghi esotici quali il centrocampo, la fascia e magari anche l’attacco, ma come tutti i brasiliani tende a soffrire di saudade, e così, tornato a casa (nel cuore della difesa), riesce a dare il meglio di sé. Sempre ben piazzato, tocca bene la palla sia di piede che di testa.
Britos 6.5 – Poco impegnato, svolge il suo compito al meglio. Il Verona non pressa quasi mai, regalandogli quella che probabilmente sarà la sua ultima buona prestazione al San Paolo.
Ghoulam 6.5 – La fiducia in se stesso non gli è mai mancata, fin dal primo minuto giocato in maglia azzurra. In futuro però si dovrà migliorare in fase difensiva. Si fa vedere spesso in attacco e scambia bene con Insigne. Conferma d’avere buoni numeri. Chi sa se subirà la stessa evoluzione di Zuniga.
Jorginho 7 – Ha le doti per essere il regista di questa squadra, ma manca la maturità per farlo ogni settimana. Contro il Verona è sempre concentrato e pronto alla giocata decisiva. Regala un pallone col contagiri a Callejon degno di Pirlo, propiziando di fatto la doppietta di Zapata. (Dal 78′ Lasicki s.v.)
Dzemaili 6.5 – A centrocampo è il meno dotato tecnicamente, circondato da Jorginho e la banda bassotti (Insigne, Mertens e Callejon), ma non fa sentire la mancanza di Behrami o di Inler. Resta attento fino alla sostituzione, anche se, da amanti dello spettacolo, dispiace non riesca a dar continuità al gioco rapido e palla a terra dei compagni. (Dal 59′ Zuniga 6.5 – Forma fisica ritrovata e tanta voglia di mettersi in mostra. Sfiora il gol e con Zapata dimostra d’essere sempre il maestro d’esultanze della squadra)
Callejon 7.5 – Nella prima di campionato ha segnato il primo gol della stagione. Stasera ha messo in rete il 100esimo (complessivo). Regala un assist magnifico a Zapata e aggiorna il proprio tabellino personale, che lo vede concludere la sua prima avventura in Italia a quota 20 reti. Spesso nel calcio i numeri possono essere bugiardi. Callejon è la splendida eccezione che conferma la regola. (Dal 46′ Radosevic 6 – Con il risultato ormai chiaramente positivo in favore del Napoli, va a cercarsi un’ammonizione inutile. Svolge bene il proprio compito, ma è palese il suo bisogno di minutaggio)
Mertens 8 – La sua stagione al Napoli è di fatto una dichiarazione di guerra alle big del Mondiale brasiliano. Quest’anno ha fatto l’esterno a destra e sinistra con la stessa qualità eccelsa, e quando stasera Benitez lo sposta a fare il trequartista, lui regala il primo assist vincente al 5′ minuto per Callejon, conquista d’astuzia una rete nel secondo tempo e si prende di forza una doppietta nel finale.
Insigne 7 – Peccato si spenga un po’ nel secondo tempo, offre 45′ minuti qualitativamente ottimi. L’unica cosa che manca, come spesso accaduto quest’anno, è la rete, nonostante la difesa del Verona stasera avrebbe lasciato passare anche le giovanili del San Marino.
Zapata 7.5 – Due reti, buoni movimenti dentro e fuori dall’area e tanta corsa per mettere in crisi Rafa Benitez nelle prossime notti di mercato. La prima rete al San Paolo non gli basta, e trova così anche la prima doppietta. Arrivato come uno sconosciuto, è ora un’ottima terza punta. Il tutto senza mai rischiare di divenire un “oggetto misterioso”.
All. Benitez 8.5 – Inevitabile dare il voto alla stagione piuttosto che alla singola partita. Rafa riporta a Napoli qualcosa che non si vedeva da molto tempo, il bel gioco. Coppa Italia e preliminari di Champions hanno un’importanza fondamentale, ma riuscire a trasformare in maniera così radicale una squadra al primo anno è indice di un grande tecnico. Il finale di stagione poi gli regala grandi soddisfazioni in fatto di gestione della rosa e probabilmente una cena pagata per la vittoria della scommessa Callejon.
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