Dopo anni di inferno e purgatorio, fra Lega Pro e Serie B, il Verona è tornato in paradiso. Squadra rivelazione, ma soprattutto squadra atipica rispetto alle altre piccole del campionato: i gialloblu, contro qualsiasi avversario, hanno sempre cercato di imporre il proprio gioco senza mai affidarsi a catenaccio e ripartenze. E per larga parte di campionato, il loro calcio è stato uno dei migliori della Serie A. Il girone d’andata è stato perfetto, con la conquista della salvezza – obiettivo primario – in nettissimo anticipo. Questo non è un fattore da sottovalutare: il sogno Europa League ha perso i tratti ultraterreni con il passar del tempo, ed è rimasto ancora tale. Le speranze non sono del tutto svanite. Difficile, quasi impossibile: servirebbe una vittoria al San Paolo e le contemporanee sconfitte di Torino, Parma e Milan.
Il Verona ha a disposizione un giusto mix di qualità e quantità, gioventù ed esperienza. Mandorlini ha plasmato questa squadra come voleva, da quando, nel 2011, ha preso per mano un gruppo di giocatori e li ha portati a sognare in grande. Jorginho era uno dei suoi prediletti: aver ceduto all’offerta del calciomercato Napoli ha stravolto lo scacchiere tattico, ha stravolto gli schemi prestabiliti. Il Verona ha ripreso la sua “corsa” quando Marco Donadel, ex azzurro, ha trovato continuità e affidabilità lì al centro del campo, a gestire le due fasi, aiutato anche dal grande lavoro dei due al suo fianco. In particolare di Romulo, che è stato premiato per la sua splendida stagione da Prandelli, inserendolo nella lista dei pre-convocati.
Facciamo uno strappo alla regola. In questa squadra i calciatori chiave sono due: uno ha 37 anni, di professione fa l’attaccante e ha voglia di spaccare il mondo come un ragazzino a inizio carriera. Si chiama Luca Toni, e quest’anno ne ha messi dentro 20. Un traguardo passato inosservato a Cesare Prandelli, che non lo ha ritenuto utile alla causa azzurra per il Mondiale. L’altro è argentino, è in prestito con diritto di riscatto dal Porto, ed è uno dei migliori talenti in circolazione: Juan Manuel Iturbe ha stregato l’Italia e l’Europa, e tutti i grandi club sono già sulle sue tracce. Gol, assist, qualità infinita e buona quantità. Un fenomeno con un futuro luminoso.
La cavalcata all’Europa League ha preso una deviazione concreta nelle ultime due giornate, quando Lazio e Udinese sono riuscite a strappare un punto al Verona nei minuti finali delle rispettive partite. Prima di queste, un’importante vittoria a Bergamo contro l’Atalanta per 2-1.
Modulo di Gioco scelto da Mister Mandorlini
Il 4-3-3 di Mandorlini è migliorato di anno in anno. L’intenzione del tecnico è quella di un calcio propositivo e di equilibrio. Difficilmente oggi esistono piccole realtà con la stessa mentalità dell’Hellas. Questa è una squadra che gioca bene a calcio ed è piacevole vederla all’opera. In porta l’eterno Rafael – omonimo del portiere azzurro – che è uno di quei calciatori ‘nati’ e cresciuti al Verona con Mandorlini. La difesa con Cacciatore, Maietta, Moras e Agostini. A centrocampo Jacopo Sala, Donadel e Hallfredsson (altro pupillo del tecnico). In attacco il tridente Iturbe, Toni e Marquinho.
di Pasquale La Ragione (Twitter: @pasqlaragione)
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