di Domenico Ascione (Twitter: @vesuvilandia)
“Possum, potes, potŭi, posse”, verbo irregolare che per Augusto, Cesare, Nerone e soci valeva “essere capace, potere”. Verbo irregolare come questa prima stagione di marca beniteziana all’ombra del Vesuvio. Eppure, fra mille vicissitudini, voci di spogliatoio, veri o presunti alterchi fra le parti, turbolenze extracalcistiche e tifosi scalmanati, al suo esordio nella Campania felix l’allenatore ispanico ha già eguagliato il bottino messo assieme dal buon Mazzarri in un quadriennio pieno da imperatore a Napoli: una Coppa Italia. Punto. Non tantissimo, considerando il potenziale di una squadra che può vantare fra le sue file nientepopodimeno che tre ex merengue, ma neanche pochissimo, vista la concorrenza fra le mura domestiche di una Juve schiacciasassi e della miglior Roma da quindici anni a questa parte. Con la prestazione scintillante (almeno in attacco) di Marassi, siamo a 99 reti stagionali, anche se onestamente avremmo preferito i novantanove punti degli amici col pigiamino a righe. Ora però è già tempo di volgere il «disio e ‘l velle» al prossimo campionato, allestendo una rosa che sia in grado di lottare fino in fondo per un posto in Paradiso. E ‘l velle, si sa, est posse.
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