di Gennaro Arpaia (Twitter: J3nius9)
Sembrava, a priori, una partita senza senso alcuno, ed in effetti può essere stata valutata così anche al termine.
Eppure, nel 5-2 con cui il Napoli batte la Sampdoria a Genova, bisogna leggerci necessariamente alcuni tratti di notevole importanza.
In campo non ci va per forza la squadra più forte, ma quella che ha più fame e ancora concentrazione.
Era stato questo, in summa, l’avvertimento di Benitez nella conferenza del sabato.
Ed in effetti, in un finale di stagione in cui la squadra Napoli giocherebbe solo per diletto, ci sono ancora calciatori che possono dire la loro.
Due fattori ancora di innumerevole fame: il primo, molti giocatori – Insigne, Callejòn, Zuniga, Mertens – si giocano ancora le loro chances in chiave Mondiale, chi più, chi meno, il secondo, altri giocatori, che invece il Mondiale lo vedranno da casa, si giocano la permanenza a Napoli, e la rispettiva fiducia di Rafa Benitez.
Non è un caso, allora, che il più positivo sin dall’inizio risulti Duvan Zapata: il colombiano sa benissimo di giocarsi la riconferma in questo finale d’annata, una riconferma che, se guardassimo solo alle carte, al computo finale gol/minuti giocati, parrebbe più scontata di quanto s’immagini.
E invece l’età, l’inesperienza del calciatore, non fanno ancora pendere l’ago della bilancia completamente dalla sua.
Il Napoli vuole cambiare, vuole essere attrezzato per intero, come richiede Benitez.
E allora un vice-Higuain di esperienza e già pronto farebbe comodo.
Anche dietro si farà rivoluzione, ma una buona fetta di permanenza se l’è guadagnata Giandomenico Mesto, ieri utilizzato addirittura centrale nell’impianto difensivo azzurro, figurando bene.
Anche Fernandez continua a convincere, mentre qualche interrogativo in più lo lasceranno Maggio e Reveillere, ieri in campo sulle fasce.
La partita scorre via comoda, perché il Napoli in scioltezza ci mette poco a imprimere il marchio sul match.
Insigne telefona a Prandelli con il bolide del 2-0, Callejòn a Del Bosque e alla sua piccola India con il 3-1.
Che sia pomeriggio da record lo capisci quando Marek Hamsik torna (finalmente) al gol, dopo un’altra bella giocata di Zapata.
Ancora grazie a Callejòn arriva il quinto gol, e in campo c’è spazio pure per Doblas, uno per cui la riconferma non dovrebbe però arrivare.
Capitolo a parte meriterebbe Zuniga: il colombiano, ritrova in campo ad un’eternità dall’ultima volta.
Benitez continua a dichiararlo un ‘neo-acquisto’ per il prossimo anno, ma sa benissimo che, in caso di offerta importante, potrebbe non tornare a Castelvolturno dopo il Mondiale che dovrebbe disputare.
Negli anni passati, una partita del genere sarebbe stata probabilmente un apatico 0-0 o addirittura un’imbarcata per il Napoli.
Ieri, invece, s’è intravista l’anima di una squadra che in un anno ha fatto già tanto, si riconosce nel tecnico, ed ora aspetta l’estate per completarsi come un puzzle a cui servono solo le tessere mancanti.
Non sarà facile trovarle, è vero, ma l’abile giocatore che è in Benitez saprà districarsi al meglio tra la calura del calciomercato Napoli.
Nell’attesa di sapere quanti azzurri vedremo in Brasile, sarà un’estate caldissima.
Ma speriamo di non rivedere mai più quell’orrenda maglia militare che non rende onore a nessuno.
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