EDITORIALE – Coppa, Cagliari e preliminare. Ma fate qualcosa per Marek

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Di Gennaro Arpaia (Twitter: @j3nius9)

Premessa: se in questo pezzo volete leggere almeno una volta le parole “carogna”, “Daspo”, “disordini” o “ingiustizia”, mettetevi il cuore in pace perché non accadrà. Il San Paolo voleva fare festa, dopo la vittoria di tre giorni fa. E così é stato. Belle le immagini di Rafa con la Coppa, dei volti finalmente sorridenti, del pubblico bello di Napoli che saluta, almeno idealmente, questa stagione e questa squadra. Benitez dà spazio a un po’ di alternative: Britos, Dzemaili, Pandev, e il ritorno di Mesto dal primo minuto. Il Cagliari, dal canto suo, ha 39 punti e una salvezza acquisita, e poco da perdere. Lanciano persino Silvestri dal 1′, esordio per il giovane portiere. Anche con le seconde linee la differenza si nota. Pandev tiene l’attacco, Mertens e Callejón sono superiori senza strafare e il centrocampo non va in difficoltà. Il solo Ibarbo non può rappresentare un problema. Il gol arriva su rigore – trasformato da Mertens (auguri, Dries) e guadagnato da Pandev -, e il raddoppio arriva poco dopo, stavolta proprio col macedone imbeccato da Callejón. La ripresa inizia con un cambio “storico” per gli azzurri: Reina viene sostituito da Colombo, il 38enne che fa (finalmente) il suo esordio con gli azzurri. Sembra la serata perfetta. Peccato che il secondo rigore fischiato agli azzurri sia scagliato sulla traversa da Hamsik. Fate qualcosa per il ragazzo. Il riso é amaro, sardonico, impercettibile. Il San Paolo aspettava solo lui. Le ombre vanno via da Fuorigrotta rapidamente, quando poco dopo arriva il tris azzurro firmato Dzemaili. Girandola di cambi, Cagliari impotente, Napoli che tiene le redini senza strafare. Minuti importanti per Duvan e Radosevic (mandateli in prestito a giocare!), é questo il momento per cementare le certezze azzurre. Le critiche, le minacce, le paure sono rimaste fuori dai tornelli. Il San Paolo era festante, come sempre, e come sempre dovrebbe essere. Adesso, e per i prossimi mesi, torniamo a parlare di calcio. Perché la testa l’abbiamo già riempita, per lo più di argomenti e discussioni futili. Pensiamo al calcio, perché in tre giorni il Napoli ha messo un trofeo in bacheca e in cassaforte un preliminare Champions. Nell’annata dei 12 punti in Europa, della sconfitta immeritata in Europa League, della rivoluzione Benitez, che a Copernico gli ha fatto un baffo. Torniamo a parlare di calcio. Come solo Napoli sa fare.

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