EDITORIALE – Da Milano a Roma il passo è breve. Da ieri, a Napoli la paura fa 87

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di Gennaro Arpaia (Twitter: @J3nius9)

Ora si fa sul serio.
Perché se a Roma, il prossimo sabato, ti fermi sullo 0-0, devi giocarti i supplementari, magari arrivare ai rigori.
E ognuno vorrebbe evitarli.
Ma non è così facile.
Perché se il Napoli visto contro l’Inter a larghi tratti non è neanche dispiaciuto, la Fiorentina sta riprendendo partita dopo partita la forma smagliante che aveva ad inizio anno, nonostante le assenze e una partita non proprio proibitiva come la trasferta di Bologna.

Benitez scende in campo a Milano come già fosse la finale.
Diciamocelo: se tutto dovesse andare bene, a Roma, tra una settimana, gli azzurri in campo saranno gli stessi visti ieri sera, con la sola variazione di Fernandez che si riprenderà il posto ieri occupato da Britos.
E, in questo senso, è preoccupante l’esclusione di Marek Hamsik.
Gli azzurri non dispiacciono e nei primi minuti lasciano volontariamente ai padroni di casa il pallino del gioco.
Mazzarri oppone ai partenopei il solito 3-5-2, lanciando la coppia Hernanes-Kovacic che mostra una qualità di palleggio superiore al duo Inler-Jorginho.
Le conclusioni nerazzurre sono però sterili (Hernanes, Kovacic, Icardi), mentre dall’altra parte Callejòn si ritrova davanti ad Handanovic come fu davanti a Buffon qualche settimana fa, ma stavolta la manda fuori.
Il trio del Napoli alle spalle di Higuain (Mertens-Insigne-Callejòn) non dispiace, ma alle effettive quattro punte azzurre manca sempre l’incisività negli ultimi 20 metri di campo.

Nella ripresa la situazione cambia, ed è il Napoli a prendersi le redini.
Il centrocampo azzurro fatica di meno, Inler regge botta e fallisce una buona occasione spedendo il pallone del possibile vantaggio sul palo.
Mazzarri inserisce Zanetti e Guarin, Benitez non cambia assetto ma concede ad Hamsik il gettone numero 300 con la maglia azzurra, sostituendo Mertens.
La spinta del Napoli è superiore, ma manca il gol.
Gol che non solo non arriva, ma diventa un incubo sul finire di gara.

Il fiato dell’intera Napoli si ferma al minuto 87, quando Gonzalo Higuain lascia il campo in barella, sofferente, dopo il tackle, quantomeno scomposto, di un Andreolli che va per impedirgli il tiro in porta.
Quello che doveva essere un allenamento di livello in vista della Finale potrebbe trasformarsi in un incubo.
“Forte trauma” recitano gli exit-poll pallonari azzurri del dopo-partita, ma la caviglia gonfia del Pipita l’hanno vista tutti.
Sarà questa l’incognita più forte ed importante dei prossimi sette giorni.
Dalle condizioni di Higuain passeranno le sorti azzurre, e Benitez è il primo a sperare nel pronto recupero.

In caso contrario, la mala sorte avrebbe privato la super-sfida di sabato di un altro Top Player dopo Gomez.
Dispiace, ma il Pipita, si sa, vorrà stringere i denti fino alla fine.

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