di Pasquale La Ragione (Twitter: @pasqlaragione)
Campionato da dimenticare. O forse no. La Lazio, nonostante i risultati altalenanti, è in corsa (ed è una delle favorite) per il sesto posto che significa preliminari di Europa League. Un traguardo che, nella prima parte di campionato, sembrava quasi impossibile. Cos’è cambiato? Il gioco, la mentalità, la solidità. E grazie solo a un uomo: Edy Reja. Subentrato a Petkovic, l’ex tecnico azzurro ha saputo ridare le giuste motivazioni a una squadra floscia e logorante. Gli alti e bassi, però, sono rimasti caratteristica sostanziale dei biancocelesti.
ROSA – Poca qualità, molta confusione. Spesso la squadra dà la netta sensazione di non avere idee di gioco e di affidarsi sempre all’invenzione del singolo. Che se non passa dai piedi di Candreva (o Klose, quando gioca) diventa un’arma innocua. La più bella sorpresa è quella di Balde Keita, ex canterano del Barcellona: l’attaccante esterno spagnolo ha messo in un luce un tocco di palla riservato a pochi e una personalità disarmante. Ed è un classe 1995. Le potenzialità offensive, complessivamente, non sono da sottovalutare, mentre la linea difensiva si concede veramente troppe distrazioni.
L’UOMO CHIAVE – La Lazio trova un punto di forza nell’esplosività di Antonio Candreva. Le azioni più pericolose dei laziali partono tutte dal suo piede destro. Quest’anno ha confermato quanto di buono fatto nella passata stagione: la sua forma fisica ha raggiunto livelli top. Si mangia la corsia di destra e aiuta spesso e volentieri anche in copertura. Oltre a una terrificante botta indirizzata quasi sempre verso l’angolino. Un calciatore cresciuto in maniera esponenziale, che probabilmente merita il salto di qualità. Con Klose di nuovo fermo ai box, sarà Keita a reggere l’attacco, sostenuto da Mauri e Lulic: e anche loro meritano particolare attenzione.
GLI ULTIMI RISULTATI – Le ultime due partite hanno permesso a Reja&co. di crederci sul serio a una qualificazione di EL: la vittoria contro il Parma, ottenuta solo al 90′ dopo una prestazione ignobile da parte delle due difese, e quella ai danni della Samp domenica scorsa. In precedenza, la sconfitta con il Genoa nel turno infrasettimanale aveva spezzato le gambe ai biancocelesti, che invece hanno saputo reagire, nonostante un pubblico interessato maggiormente a vituperare e inveire contro Lotito piuttosto che comportarsi da tifosi.
COME GIOCA – Reja, dopo varie prove e controprove, sembra aver trovato una giusta quadratura con il 4-2-3-1. Ed è lo stesso schema tattico che verrà proposto nella sfida con gli azzurri al San Paolo. Con l’infortunio di Marchetti, sarà l’ottimo Berisha a difendere la porta laziale. La linea a quattro composta da Konko (in grande spolvero), Cana, Biava e Radu. Per la mediana, invece, spazio alla freschezza atletica di Onazi e alle geometrie di Ledesma. Dietro l’unica punta Keita, si profila un tridente della trequarti composto da Candreva, Mauri (rientrato in gennaio dopo la squalifica) e Lulic.
Lazio (4-2-3-1): Berisha; Konko, Cana, Biava, Radu; Onazi, Ledesma; Candreva, Mauri, Lulic; Keita.