PRESS-À-PORTER – La dispotica domata

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di Domenico Ascione (Twitter: @vesuvilandia)

 

Parliamoci francamente: a meno di clamorose congiunture astrali e/o impazzimenti repentini bianconeri, questo sarà il terzo titolo consecutivo per la Juventus di Antonio Conte. Un risultato sensazionale, soprattutto se si pensa a cosa fosse la società torinese prima dell’avvento del “Messi(a)” delle panchine. Certo, il livello del calcio italiano non sarà fantascientifico, ma si tratta comunque di un’impresa notevolissima, frutto di un lavoro sul mercato certosino, di una società solida e determinata e di una mentalità vincente mai sopita. “Leader despotique de la Serie A, la Juventus Turin est tombée ce dimanche sur la pelouse de Naples”. “Despotique”, “dispotico”, è il termine che utilizza L’Équipe per definire la Vecchia Signora battuta appena per la seconda volta in trentuno gare di campionato. Già, perché la Juve vuol sempre vincere, anzi stravincere. Il vero segreto dello sport è tutto qui: quando si può, bisogna non solo battere l’avversario, ma annientarlo, anche psicologicamente, per poi passeggiare sulle sue macerie con cinica noncuranza. “Against Juve we proved that if we always play with the same concentration then we can beat anyone”/ “Contro la Juve abbiamo dimostrato che se giochiamo con la stessa concentrazione possiamo battere chiunque”, si legge su Sporting.Life a firma Rafa Benítez. E allora perché il Napoli questa benedetta concentrazione non ce la mette sempre? Basterebbe giocare “con más hambre” (con più fame, ndr), per dirla con gli amici di Marca.com, fare la voce grossa e mettere le cose in chiaro dall’inizio. Insomma, basterebbe giocare sempre contro la Juve.

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