di Gennaro Arpaia (Twitter: @J3nius9)
Da anni, ormai, il primo sport in Italia non è più il calcio, ma lo scaricabarile.
Disciplina difficile, per certi versi esaltante, frenetica e sempre aggiornata.
L’oggetto? Mutevole per tipo, forma, dimensioni.
A Napoli, tra le tante situazioni, quella che salta gli occhi agli appassionati pallonari è la relativa alla situazione stadio.
Risulta dunque altamente insolito il comunicato della Società Calcio Napoli (QUI) nei confronti del signor Piccinini, reo di essersi lamentato in diretta nazionale delle condizioni fatiscenti (eufemismo) del San Paolo.
Sin dall’inizio dell’era De Laurentiis, il vero anello debole è stato quello.
Non ci interessa in questa sede stabilire dove alberghino le colpe, dove i meriti, dove le possibilità di risoluzione.
Ma piuttosto bisognerebbe condannare chi accusa l’altro per sollevarsi da responsabilità anche proprie.
E mettersi il prosciutto sugli occhi a vicenda non cambierà le cose: il San Paolo va altamente rivalutato, perché in fondo le parole del signor Piccinini non erano altro che la sola verità.
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