EDITORIALE – Clamoroso al Cibali. E adesso cosa diranno in Tv?

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di Gennaro Arpaia (Twitter: @J3nius9)

Bastano 45′ al Napoli per far sua la partita di Catania, contro una squadra ultima in classifica, mai arrendevole, ma fortemente limitata in campo.
A scuotere il cielo siciliano ci hanno pensato Duvan Zapata, doppietta tanto per non far rimpiangere Higuain, comodamente accomodato in panchina, e l’ultimo arrivato Henrique, autore di una pregevole rete che ha di fatto chiuso il match.

Gli azzurri rispolverano la maglia gialla per la serata al ‘Massimino’, un gesto a metà tra la scaramanzia e la necessità.
Benitez fa riposare Higuain e Albiol, lancia in campo una difesa rimaneggiata – Fernandez, Henrique, Reveiller, Britos – e punta su Dzemaili accanto a Jorginho in mezzo al campo.
I padroni di casa, reduci dal deludente 0-1 contro la Juve, non sembrano avere i mezzi per far male, ma la condotta tattica di Maran è esemplare, e i vari argentini Monzon, Barrientos e Keko danno tremendamente fastidio alla retroguardia azzurra.
Per ogni occasione catanese fallita, un gol del Napoli: apre le marcature Zapata, con un gol fotocopia di quello siglato al Porto, poi Callejòn approfitta di un disastro difensivo per siglare il raddoppio. D’altronde, sotto la maglia Andujar porta già la canottiera del Napoli.
Alla mezz’ora, ci si accorge che Henrique è stato impossessato da Van Basten: dalla destra lascia partire un tiro che Andujar ancora cerca di capire dove è passato per infilarsi in rete.
Il Poker è ancora di Zapata, che stavolta ha davanti a sé il portiere prima di arrivare al gol.
Clamoroso al Cibali, avrebbe detto qualcuno.

All’intervallo il Napoli torna formalmente in albergo, perché nella ripresa entrano con tutto tranne che con la testa: il Catania sigla due gol, e quasi sfiora la rimonta, mentre dall’altra parte si sprecano azioni in quantità industriale.
Benitez, ma non solo, pensa già alla Juve, e lancia in campo Albiol e Higuain come riscaldamento per domenica sera.
Anche a Radosevic minuti di fiducia.

Tre punti, per tornare dalla Sicilia col sorriso, nonostante la stanchezza.
Intanto la Fiorentina, corsara al San Paolo solo tre giorni fa, crolla in casa col Milan disastrato, e questo significa di nuovo +10 sulla quarta.
Peccato non ci si possa godere ora i programmi del lunedi prima della sfida alla Juve: mi sarebbe piaciuto sentire i commenti al colombiano “col fisico di Balotelli e i piedi di Calderòn”, oppure quelli sul brasiliano “a metà tra la riproposizione di Nino D’Angelo e la fotocopia dell’incubo Donadel”.
Mi sarebbe piaciuto vedere come ci si arrampica sempre sugli specchi.
Ma non ci è concesso.
Ci è concesso solo pensare alla Juventus. Domenica sera il San Paolo sarà gremito, nonostante il prezzo dei biglietti.

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