EDITORIALE – Questione di segnali e di stagioni finite per metà. Il dominio azzurro si scioglie, ma bisogna difendersi

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di Gennaro Arpaia (Twitter: @J3nius9)

Per blindare il terzo posto, per inseguire ancora il secondo.
Nulla di questo, perché il Napoli si scioglie dopo 88′ di dominio, di occasioni sprecate, di rimpalli imprecisi e di decisioni opinabili.
La squadra di Benitez perde terreno dalla Roma e si fa avvicinare dai viola.
In Chievo-Roma e Napoli-Fiorentina, la sintesi di una stagione che proprio non vuole saperne di mostrare il sorriso agli azzurri.

Squadra che (non) vince si cambia. E allora ecco Benitez proporre di nuovo Reveillere sulla destra, con Henrique centrale, e Hamsik con Callejòn ed Insigne dietro al solito Higuain.
Montella, da par suo, lancia Gomez con Cuadrado, ma la Fiorentina nel primo tempo non scenderà mai in campo.
Il Napoli domina in lungo e in largo; gli azzurri tengono il match, Reina approfitta per fare le parole crociate, tanto di attacchi viola neanche l’ombra.
Ma la palla dentro proprio non ci va: Hamsik, Higuain, Insigne, Inler, troppi tiri in porta con Neto che salva il risultato o l’imprecisione a farla da padrona.

L’episodio che cambia il match a cinque minuti dall’intervallo: palla lunga per Bakic che sfugge alla retroguardia, con la scivolata di Ghoulam per salvare la propria porta interpretata forse in maniera troppo severa da Tagliavento. Non era ultimo uomo e soprattutto l’algerino pare aver preso la palla almeno quanto la gamba dell’avversario.
Poco male, il Npaoli non pare subire il colpo, Callejòn cambia solo il primo dei quattro ruoli nel corso dei 90′ e tutto sommato si arriva al duplice fischio senza alcun patimento.

Ripresa con lo stesso canovaccio tattico e tecnico.
Benitez lascia invariata la formazione, Callejòn stoico spinge da terzino, con Hmasik, Insigne e Higuain sostanzialmente autori di buone prove.
Manca il gol, mancanza fatale.
Perché quando all’88’ Joaquin spezza il fiato del San Paolo cadono le braccia a tutti i 50mila presenti.
Perché un incontro praticamente sempre in mano lo si perde per questione di congiunzioni astrali.

Risoneranno alte le smanie di stizza di Higuain, sostituito (incomprensibilmente) intorno all’80’, si esalteranno le gesta di Callejòn, da esterno destro a terzino, poi punta centrale e ancora esterno a sinistra, si criticheranno le scelte di Benitez.
La verità è che se da una parte Cesar mette Gervinho in porta, dall’altra non si concretizzano decine di palle-gol.
Giusto così, per una Roma che, a dirla tutta, il secondo posto lo merita di più. Ma prima di fare mercato, la prossima estate, si provi a parlare con Paolo Fox per convincere le stelle del pallone a farsi aiutare.
Altrimenti cadranno sempre 50mila braccia, come stasera.

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