Dries Mertens è stato ospite della trasmissione Casa Napoli sulle frequenze di +N: “La chiamata del Napoli è stata importantissima: parlai con Benitez. Ho deciso di venire qui in pochissimo tempo. Ho capito subito il progetto che c’era, adatto a me che sono giovane e ho tanta voglia di crescere. Ho firmato per cinque anni, voglio stare qui a lungo”.
JUVENTUS – La partita contro i bianconeri è sempre qualcosa di speciale. E Dries lo ha capito dal primo momento: “Pensiamo al Porto. Ma quando sono arrivato la prima cosa che mi hanno chiesto i tifosi è stata quella di battere la Juve e di segnare un gol ai bianconeri. Sarà una gara speciale, la giocheremo davanti al nostro pubblico e non oso immaginare la carica che il San Paolo ci darà quella sera”.
TIFOSI – Un tifo così non lo immaginava nemmeno: “Sinceramente no. Ma è bello avere alle spalle questo popolo un po’ “pazzo”. Anche io mi sento così. Quando segnai contro il Napoli con la maglia del PSV ricordo che dopo la partita cambiai la maglia con Inler perchè mi piaceva molto quella del Napoli. La squadra che affrontai io giocava con un 3-5-2. Prima era dipendente da Cavani, adesso c’è Higuain e siamo più forti”.
REINA – Anche il belga non vuole l’addio del portiere: “Lui è molto importante per noi, sia dentro che fuori dal campo. Per favore Pepe, resta qui! Sta facendo una stagione formidabile, spero che resti ancora con noi”
NAPOLI – PORTO – Ecco come Mertens vuole affrontare il match: “Non dobbiamo avere frenesia. Bisogna giocare come fatto in casa con Borussia, Marsiglia e Arsenal. Dobbiamo pensare che possiamo solo vincere: anzi, si deve vincere!”.
TORINO – Fortuna? Ecco la risposta: “In altre occasioni siamo stati sfortunati. Ieri sera ci ha fatto piacere vincere con un pizzico di buona sorte. Il Torino è una squadra che palleggia bene, Benitez ci aveva avvisati. Per noi è stato difficile, loro si chiudevano bene con il 3-5-2. Se avessimo segnato subito i granata si sarebbero dovuti scoprire e sarebbe stato più semplice. Il gol di Higuaìn? Se l’arbitro non fischia, non è fallo“.