di Gennaro Arpaia (Twitter: @J3nius9)
Una brutta partita, così come brutte sono state Napoli e Roma.
Ci si aspettava molto da questo posticipo, forse troppo per l’importanza della gare che, come sempre in Italia, lascia spazio alla sostanza al posto dello spettacolo.
È stata vittoria, e questo è importante, ma senza gioco, con imprecisione, con qualche rischio eccessivo e complessivamente una brutta gestione di gara.
Il tutto parte forse dalla tegola più brutta per i padroni di casa: presentarsi alla gara più importante della stagione, al momento, senza Jorginho non deve essere facile per Benitez. Fatto sta che la coppia Dzemaili-Inler è brutta da vedere quanto un primo piano di Gervinho, che però, a dispetto dell’aspetto, tiene su l’intero reparto romanista, con Bastos e Florenzi a innescarlo.
Prima parte di gara lenta e, come nel ritorno di Coppa, con la Roma più propositiva.
Il Napoli proprio ci prova ad impostare, ma i piedi più raffinati in campo ce li ha Reina, e se Higuain non riesce a sfruttare un assist del portiere spagnolo lungo 80 metri, purtroppo nessuno riesce ad essere più preciso.
Strootman esce anzitempo, questa partita proprio non doveva giocarla, e la Roma perde un po’ di forza centralmente.
La ripresa ha lo stesso canovaccio e, purtroppo, gli stessi interpreti, con lo stesso fine. La partita è bruttina, e lenta, e le squadre non riescono a superarsi, preoccupando le difese avversarie solo con azioni personali.
Garcia e Benitez provano a leggerla, con cambi che alternano le forze fresche ma non cambiano le disposizioni tattiche: Henrique prende il posto di Dzemaili, Insigne entra per un evanescente Hamsik, che non mette insieme un passaggio riuscito dal 2013.
Garcia da spazio a Ljajic per provare a pungere e portare a casa il bottino, ma quando si espone ecco arrivare l’unico cross riuscito in serata a Ghoulam, su cui preciso arriva Callejòn, lesto a trafiggere De Sanctis proprio come in Coppa. Di testa.
Sono dieci minuti di passione. Il Napoli si chiude in difesa, sbagliando troppe ripartenze. Destro subentra e cerca di sfondare, ma il risultato non cambia.
Il San Paolo esulta, ma è più liberazione che gioia. Giocare così male in una partita così importante non è fondamentale se poi si vince, ma potrebbe essere un buon passo in avanti per alleviare la pressione delle coronarie di chi fa il biglietto o sobbalza sul divano di casa.
La lotta al secondo posto è dura, ma almeno ancora aperta. L’Italia dovrebbe ringraziare il Napoli perché si lotterà ancora per qualcosa.
Adesso Portogallo, rituffandosi in Coppa, poi il monday night. Un ciclo terribile. Ma in fondo a Rafa piace così. Speriamo anche ai calciatori.
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