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La Serie A si rinnova, ecco tutte le nuove regole in vista del prossimo campionato

Il sistema, così com’è, non regge. Quante volte lo abbiamo detto? Troppe. Ora, però, sembra aprirsi uno squarcio nel palazzo della Lega, solitamente impermeabile ai cambiamenti. Ci si è convinti che bisogna agire in qualche modo per rendere il movimento economicamente più sostenibile. Come? L’assist lo dà l’Uefa, che si sta impegnando da anni per un contenimento dei costi. Due i meccanismi: tetto alle rose e fair play finanziario. Si tratta di implementarli in Italia, in Serie A, imponendo per l’iscrizione al campionato una serie di regole che le italiane già seguono per partecipare alle coppe europee. Le buone intenzioni ci sono, ora si tratta di capire la fattibilità dei due progetti. Per questo il Consiglio ha dato mandato agli uffici della Lega di effettuare dei rapidi studi per capire come sono messe le società. “Lavoriamo con la Federcalcio – spiega Maurizio Beretta, presidente della Lega di A – per arrivare in modo progressivo a una sempre maggiore convergenza con le regole europee”. Anche per evitare un calcio italiano a doppia velocità: chi gioca in Champions o Europa League segue norme più stringenti delle concorrenti in campionato.

TETTO ALLE ROSE — La limitazione degli organici ha una tempistica più rapida. Si potrebbe introdurre già dalla prossima stagione, con le dovute gradualità, concedendo delle deroghe alle società che hanno giocatori in esubero. Il modello è quello delle liste Uefa: massimo 25 tesserati, numero illimitato di Under 21. Funziona così anche in Premier League, mentre la Liga ha recepito una versione light, alzando l’età agli Under 23. I 25 sono un caposaldo. La Lega dovrà decidere se la lista “free” sarà per gli Under 21 o gli Under 23, e poi in che modo considerare i calciatori “cresciuti in casa”. Trattandosi di materia federale, una cura dimagrante del parco giocatori non potrà prescindere da un accordo con l’Aic. Di sicuro, molte società hanno rose extra-large, c’è un numero consistente di atleti in sovrannumero in Serie A e non si può non tendere verso quella strada.

FAIR PLAY — Proprio a poche settimane dalle prime sanzioni dell’Uefa, a valere della stagione 2014-15, è arrivato il momento di immaginare l’adozione di un simile modello anche in Italia. Un paio di mesi fa, nella commissione sui tesseramenti, era stato l’a.d. della Sampdoria Rinaldo Sagramola a sollevare il tema, poi dibattuto al tavolo delle “sette sorelle”. E ieri in Consiglio la condivisione è stata ampia. La sua applicabilità, però, è più complessa rispetto al tetto alle rose, anche perché il monitoraggio sui bilanci non può essere retroattivo. Se si trova l’accordo ora, servono almeno tre anni prima che il fair play finanziario tricolore possa entrare a regime. La regola-principe è quella del pareggio di esercizio (break even), che non significa subito saldo zero tra costi e ricavi. Il primo step dell’Uefa, per esempio, prevede un deficit massimo di 45 milioni (più 5 milioni di tolleranza) in due stagioni e, successivamente, in tre. Quindi si scenderà a 30, poi chissà…

AGENTI — Le comproprietà, istituto solo italiano, rimangono. In Lega, piuttosto, si ragiona sulla liberalizzazione della figura dell’agente, aspettando il nuovo regolamento Fifa che entrerà in vigore prima dell’estate. Si sa già, a giudicare dalle bozze, che l’intenzione è di sostituire l’agente con l’intermediario, senza albi ma con una semplice registrazione. Società e atleti sarebbero liberi di servirsi delle prestazioni di questa o quella persona fisica, l’intermediario potrebbe operare per entrambe le parti e i conflitti di interessi, purché dichiarati, non costituirebbero un vincolo. In questo modo, inoltre, i calciatori verrebbero spinti a contribuire al pagamento delle commissioni, cosa che adesso è di prassi a carico dei club. Una volta che il regolamento diverrà operativo, la Lega spera che venga recepito anche in Italia. In questo caso la decisione è di competenza della Figc che, rispetto al passato, pare si sia convinta che la deregulation non è un male. Quanto all’Assoagenti, da tempo ha presentato un progetto di riforma del settore senza trovare sponde in Lega. Adesso lo spirito è diverso, anche perché la raffica di squalifiche e multe per dirigenti e società ha fatto cambiare idea a qualche presidente.
COMPROPRIETÀ — In Consiglio non è passata l’abolizione delle comproprietà, appoggiata da Juve, Milan, Roma, Napoli e Lazio. Contrarie Atalanta, Bologna, Cagliari, Parma, Torino, Udinese. Un numero sufficiente per evitare guerre di religione. Alla Figc verranno chieste altre modifiche: il prestito con diritto di riscatto automatico al verificarsi di determinate condizioni; la possibilità di trasferire gli extracomunitari ingaggiati (nuovi ingressi) nella stessa finestra di mercato; la liquidazione del diritto di partecipazione in qualsiasi momento della stagione.
STADI — Dal prossimo anno la capienza minima per gli stadi di Serie A sarà di 20mila spettatori, con deroghe fino a 16mila. Il Cagliari, per esempio, non potrà più giocare al Sant’Elia in formato ridotto. E diversi club di B in lotta per i playoff dovranno adeguarsi.
Fonte: La Gazzetta dello Sport
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