CONSIGLI “BABY” – Álvaro Vadillo, il Cristiano Ronaldo dei poveri

 

di Pasquale La Ragione (Twitter: @pasqlaragione)

 

Qualcuno ha (clamorosamente) azzardato il paragone con Cristiano Ronaldo. Sono due mondi diversi, ovviamente. Ma Alvaro Vadillo sarà in grado di dire la sua. Anche lui, come CR7, è un esterno d’attacco. E’ spagnolo e gioca nel Betis Siviglia. Nello scorso settembre ha compiuto 19 anni. Nonostante questo, però, ha già su di lui l’attenzione dei grandi club. In particolare Barcellona e Real Madrid, che i talenti (soprattutto se spagnoli) non se li lasciano mai scappare. Il Betis sa di avere tra le mani un potenziale fenomeno, ed è per questo che sul suo contratto è stata imposta una clausola rescissoria da 20 milioni. Nel suo primo anno con il club spagnolo subisce un gravissimo infortunio che mette in serio pericolo la sua carriera. Con forza, determinazione e lavoro (e anche grazie al Betis) è tornato in campo e ora è fra i migliori talenti d’Europa.

 

BIOGRAFIA– Álvaro Vadillo nasce a Puerto Real, in provincia di Cadice. A 16 anni va a giocare nel Betis ed è già debutto: prima nelle amichevoli preseason, poi in campionato contro il Granada. Il 15 ottobre 2011 scende in campo per la sfida contro il Real Madrid al Santiago Bernabeu: un giorno di gloria che si trasforma in incubo: rottura del legamento crociato dopo uno scontro con Sergio Ramos. Sei mesi di stop. La carriera di Vadillo sembrava iniziata e finita nello stesso tempo. Ma il Betis non lo ha mai abbandonato. Attraversa mesi difficili, sia sul piano fisico che morale. Il 22 febbraio 2011 ottiene il permesso di tornare ad allenarsi, e qualche giorno dopo anche quello per tornare a giocare.  Scende in campo contro il Valladolid in Coppa del Re. Quasi un anno dopo, il 25 gennaio 2013, entra definitivamente in prima squadra e segna il suo primo goal ufficiale in Europa League contro il Vitoria Guimaraes.

 

CARATTERISTICHE – Il paragone con Cristiano Ronaldo è utopico. Il fuoriclasse portoghese non ha eguali in Europa, figuriamoci se un ragazzino ai primi anni di professionismo possa solo avvicinarsi. Ma prendiamo in considerazione la parte razionale del confronto: i due si assomigliano nei movimenti, nelle giocate e nella personalità. Vadillo predilige giocare sulla fascia sinistra per rientrare e giocare la palla con il suo destro vellutato. E’ un calciatore ancora da formare: pecca di testardaggine nel cercare sempre e comunque la giocata di lusso. Amante del dribbling, sia nello stretto che nell’allungo. Grazie alla sua grande velocità riesce sempre a toccare il pallone prima dell’intervento del difensore di turno. Tutto questo non ti riesce se non hai a disposizione litri e litri di personalità. E lui ne ha da vendere. Dà la netta sensazione di non saper fare le cose semplici. Ma per diventare un grande giocatore c’è bisogno anche di questo.

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