di Luca Incoronato
Ha dell’incredibile cosa il web stia rigurgitando su Napoli da sabato sera, quando, al termine della sfida di campionato tra Napoli e Milan, una serie di foto di Mario Balotelli hanno fatto letteralmente il giro del mondo. L’attaccante rossonero e della nazionale italiana è scoppiato in lacrime in seguito alla sostituzione decisa dal neo tecnico Seedorf, evidenziando quella fragilità interiore di cui tanti hanno sempre parlato ma che in pubblico non era mai apparsa. L’allenatore del Milan ha tentato nel post gara di smorzare i toni, chiedendo di non sottolineare ogni gesto del suo giocatore fuori dal campo, aggiungendo inoltre: “Ognuno esprime le sue emozioni in quella maniera. Non è la prima volta che capita a un giocatore. È stato un suo momento particolare, come è capitato anche a me”.
COMMEDIA DEGLI EQUIVOCI – Forse a “causa” di De Laurentiis però, che negli anni ha prodotto un numero spropositato di commedie degli equivoci, Napoli si ritrova a viverne una tutta personale, cucitale addosso da utenti, vip o meno, per i quali è molto più semplice puntare il dito che informarsi adeguatamente. Il caso nasce inaspettatamente in Turchia, dove apparentemente Balotelli vanta un folto fan club. In particolare a scatenarsi su Twitter e non solo sono stati i tifosi del Trabzonspor, che in poche ore hanno dipinto Napoli, senza dubbio la città italiana più vessata da questo punto di vista, come un agglomerato di odiosi, beceri, ignoranti razzisti. Arrivati a questo punto si attendeva soltanto l’arrivo di qualche vip che, affamato più che mai di consensi web, desse maggior risalto alla bufala. In questo caso gli amici turchi sono decisamente fortunati, dal momento che ad abboccare all’amo è proprio un calciatore, Jerome Boateng, per giunta nero e fratello di quel Boateng proprio ex Milan che, contro ogni forma di razzismo, aveva tenuto un discorso presso la sede dell’Onu a Ginevra. Jerome non è un giornalista, e dunque non ritiene di doversi informare, rilanciando semplicemente la spazzatura che trova tra le pagine del world wide web, ma soprattutto, compreso l’errore, non ritiene di dover alcuna rettifica. La foto del Balotelli piangente, con in bella mostra la scritta “Say no to racism!”, è sparita dai suoi profili Twitter e Facebook, senza però alcun accenno di scuse alla città e ai suoi abitanti.
THE OBAMA DIARY – Il terzo atto di questa tragicommedia però è forse il più esilarante. La bufala infatti ha continuato a collezionare vittime, arrivando ad attirare l’attenzione della giornalista Mona Eltahawy (https://twitter.com/monaeltahawy), il cui tweet (Shame #Napoli shame! Racism has no place in football. Mario #Balotelli in tears at racist taunts at San Paolo stadium – Vergogna Napoli vergogna! Non c’è spazio per il razzismo nel calcio. Mario Balotelli in lacrime a causa dei cori razzisti allo stadio San Paolo) è stato ripreso dalla pagina Twitter “TheObamaDiary”. Non contenta d’aver urlato all’intera città di Napoli di vergognarsi per gli attacchi al giocatore del Milan, la giornalista sta ancora tentando di vincere una battaglia persa su Twitter, discutendo con molti giovani napoletani che si sono sentiti offesi e indignati dalle sue parole. La Eltahawy ha infatti scritto di desiderare ardentemente d’essere corretta, ma quando un ragazzo ha sottolineato che i napoletani sono vittime di razzismo e non razzisti, lei gli ha chiesto quale realtà di Napoli lui vivesse, lasciando palesemente intendere che una fetta della città sia razzista. “Marco! Regardless of what happened with Balo, the denial of racism in Napoli is awful! We both know it exists – Marco, al di là di quanto accaduto a Balotelli, è orribile negare il razzissmo a Napoli! Sappiamo entrambi che esiste”
BUONSENSO – Basterebbe però leggere le dichiarazioni di Seedorf sul San Paolo prima della gara: “Non ho mai ricevuto un insulto, mi hanno sempre accolto con rispetto e questa cosa mi ha sempre impressionato”. O magari ricordare l’ammirazione di Yaya Touré per il pubblico partenopeo in occasione della sfida di Champions Napoli-Manchester City (clicca qui per leggere le parole del giocatore). Touré parla di fischi, gli stessi che ha ricevuto Mario Balotelli lo scorso sabato. Tentare di intimorire i giocatori più forti presenti in campo è una pratica normale e, da questo punto di vista, riceverli è un vero e proprio attestato di stima, più di qualsiasi targa o trofeo riconosciuto. Entrare in uno stadio insieme ad altri 10 compagni di squadra e rubar loro la scena, attirando su di sé tutte le paure dei migliaia di tifosi presenti, è infatti la dimostrazione d’essere finalmente riuscito a raggiungere i grandi di questo sport.
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