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Seedorf esalta il pubblico napoletano: “Da loro mai ricevuto un insulto, mi hanno sempre accolto con rispetto”

Clarence Seedorf non è mai stato un tipo normale. Non è normale uno che vince quattro Coppe dei Campioni con tre squadre differenti: Ajax, Real Madrid e Milan (due volte). Anche da allenatore, come lo era da calciatore, ha l’incedere regale e il carisma di chi sa che non ha più nulla da dover dimostrare al mondo. Spunta nella saletta allestita dal Milan nell’Hotel Vesuvio in completo scuro e non prima di aver salutato i ragazzini del Ss Crocifisso e Santa Rita di Capodimonte.

Seedorf, parliamo di questo calcio che è sempre più razzista?«Questo mondo deve battersi di più sul fatto che la convivenza, la multietnicità sono ormai diffuse in ogni parte del pianeta. E che nel calcio l’integrazione è all’ordine del giorno: basta vedere quanti stranieri giocano in ogni squadra, Napoli compreso».

Da quando è andato via, in Italia hanno deciso di punire i tifosi chiudendo le curve. Che ne pensa?«Penso che sia corretto non far finta di nulla. Fingere di non ascoltare i cori contro sarebbe sbagliato. Ma è un calcio che a me non piace, perché a me piacciono solo le cose a favore. Però penalizzare le persone che si comportano male è una cosa corretta».

Dunque anche chiudere un settore per i cori anti-Napoli?«Non so se il provvedimento è quello giusto, non tocca a me doverlo dire. Io penso solo che bisogna insistere nel combattere questo genere di comportamenti. Sottolineando e mettendo anche in evidenza quando una tifoseria si comporta invece bene. In Italia, sono quasi tutte le tifoserie corrette. Compresa quella del Napoli».

Del San Paolo che ricordi ha?«Non ho mai ricevuto un insulto, mi hanno sempre accolto con rispetto e questa cosa mi ha sempre impressionato. Sono convinto che sarà così anche questa sera. Quella del Napoli è la tifoseria che tutti vorrebbero avere».

Ha realizzato dei playground in Olanda e quello che colpisce è il fatto che ci siano spazi per i bambini e anche per gli anziani.«Noi dobbiamo recitare la nostra parte in ogni momento. Dobbiamo sempre dare l’esempio. In campo e fuori, perché siamo al centro delle attenzioni di tante persone e questo ci impone di dover sempre essere impeccabili. Anche se di aiuto a questo sarebbe anche la realizzazione di strutture e stadi migliori».

Cosa vorrebbe insegnare a Balotelli?«Mario è davvero un grande campione che sta lavorando in maniera impeccabile in queste settimane e da cui non solo il Milan deve attendersi tanto».

Andrà a trovare la sua bimba che ha appena riconosciuto?«Questa è una cosa privatissima, una cosa che non può essere argomento di discussione in pubblico».

Con chi avrebbe preferito giocare, con Balotelli o Higuain?«Penso che tutti e due sarebbero stati felici di avere a centrocampo uno come me…».

E’ l’argentino l’avversario che teme di più stasera?«Ha avuto un grande impatto nella serie A: ha grinta, determinazione, voglia di vincere. Ha dimostrato subito il suo valore. Come d’altronde tutto il Napoli».

Forse è il miglior momento per affrontare gli azzurri?«Non stanno ottenendo buoni risultati, ma il Napoli è una squadra molto tosta, complicata da affrontare. Ma è chiaramente in salute, al di là delle sconfitte di Roma e di Bergamo. Stasera sarà una gara difficile, lo sappiamo e siamo pronti a stringere i denti».

Napoli lei ha vinto solo una volta, nel 2010. Strano, per uno come lei?«Mi ricordo che feci gol quella volta, ma non so dire se è stato il mio unico successo al San Paolo. Spero di vincere stasera, al mio esordio qui da allenatore».

Benitez contro Seedorf: cosa ruberebbe a Rafa?«Niente. Lo conosco poco, dovrei lavorare con lui per poter avere voglia di prendere qualcosa da lui».

In Champions lo ha affrontato due volte in finale.«Credo che lui abbia già portato la sua mentalità internazionale al calcio italiano. Ha viaggiato, conosciuto culture diverse e ottenuto molti successi». DiceBenitez che nel calcio si dicono tante bugie.«Non so a cosa si riferisca. Io non sono un uomo bugiardo e quindi non ne dico mai».

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