di Domenico Ascione (Twitter: @vesuvilandia)
Uno spettacolo inlecoroso. Duelli persi a centrocampo, faccia delle pessime occasioni e zero voglia di lottare e sputare l’anima in mezzo al campo. Tremarella, trebisonda completamente smarrita, insomma la prestazione più brutta della gestione Benítez finora. Anzi, se vogliamo dirla tutta, forse la più brutta da quando siamo tornati a calciare i palcoscenici che dovrebbero di diritto appartenerci. E stavolta neanche il tecnico madrileno può dirsi esente da colpe; certo, “quot capita, tot sententiae” (e tot allenatori, alle latitudini nostre). Certo, capita che anche il miglior sarto sbagli vestito, ma il Napoli visto ieri a Bergamo ne ha indossato uno troppo orrendo per essere appena appena rasente al vero. Diciamoci le cose come stanno; al di là delle preferenze e delle isterie personali, l’undici iniziale è stato un disastro bell’e buono: va bene far riposare qualche pezzo da novanta in vista della Coppa, però senza denare (o meglio, senza pipite) messe non se ne cantano, e rinunciare contemporaneamente a Higuaín, Insigne, Hamšík e al neoacquisto Jorginho è parso un atto quantomai sfrontato e presuntuoso, vizio rimproverato ad nauseam a tutti i Mazzarri di questo mondo. Certo, ormai le papere di Inler e Fernández ce le inghiottiamo con rassegnazione, ma con un velo di Pepe sopra sono tre volte più indigeste.
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