di Vincenzo Matino (Twitter: @VincenzoMatino)
In quanti si sarebbero fiondati su quel pallone colpito di schiena da Del Grosso? Pochi, pochissimi. Ieri in campo non ci ha pensato addirittura nessuno. Anzi , uno sì ed ha fatto anche gol. Dopo aver segnato al Verona Insigne ha chiuso il cerchio contro l’Atalanta, giustiziando così le squadre che da sempre rappresentano il nemico politico-sociale, ancor prima che sportivo, del tifoso azzurro.
E un napoletano che segna due gol in tre giorni alle squadre più odiate dalla platea partenopea non è mai una coincidenza. Nessun altro ieri in occasione del 2-1 ha avuto la stessa fame, la stessa velocità di pensiero di Insigne. E’ la dimostrazione forse di quanto conta, soprattutto in partite dal sapore particolare come queste, l’appartenere a questa terra. La furbizia, tipica di queste parti, che ti permette di arrivare a traguardi che gli altri nemmeno vedono è stata determinante. La famosa arte dell’arrangiarsi: dove fallisce un fisico poco imponente riesce il talento e la perseveranza. E in attesa di assistere ad altre partite emozionanti, godersi un Insigne che si sta riscoprendo lentamente ma inesorabilmente così famelico e soprattutto sereno, è un diritto/dovere di ogni tifoso azzurro.
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