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PAPALEPAPALE – La “tregua di Natale”: quando i soldati in trincea deposero le armi e presero il pallone

 

 

 

di AntonioPapa (DaiCalcio @PapalePapale)

 

Canto di Natale, calcio di Natale. In Inghilterra magari, da noi il pallone va a riposo e se ne parla anche meno, eccetto qualche improbabile voce di mercato che scalda i cuori degli irriducibili. Una sosta lunga ma una volta tanto piacevole, perché arriva nel clou del campionato e di tante discussioni sterili, che spesso sfociano in autentiche “guerre” ideologiche fra tifosi. Il calcio divide, non unisce, cosa che entro certi limiti è anche divertente finché non si sfocia nella psicopatologia. Ecco perché ci piace in questi giorni rispolverare un’antica storia che scalda il cuore, perché è una sorta di ritorno ancestrale al vero spirito sportivo. Uno squarcio di pace in un mondo violento, non il contrario come accade oggi.

GUERRA E PACE – Siamo nel 1914 e la Prima Guerra Mondiale è scoppiata da qualche mese. Tedeschi e britannici si massacrano nelle Fiandre fra bombe e mitragliatrici, in una delle tante trincee che contribuirono ad estirpare da questa terra qualcosa come 17 milioni di vite umane. La guerra non conosce ferie e non santifica le feste, ma gli uomini sì. Ed è proprio dall’uomo che nasce la famosa “Tregua di Natale”, una “true story” splendida per lo straordinario contrasto fra la brutalità della guerra e il candore dello spirito natalizio. Immaginate questo campo diviso in due fazioni, gente che lavora per ammazzare altra gente e che vive a contatto con sangue e polvere da sparo. Poi arriva il 25 dicembre e la magia del Natale coinvolge anche i soldati di quella trincea. La leggenda narra che siano stati i tedeschi a prendere iniziativa, mettendo su un albero di Natale con un messaggio: “Voi non sparate, noi non spariamo”. Inutile aggiungere che i britannici non aspettavano altro.

REGALI E PALLONE – Un’insubordinazione in piena regola, una ribellione al male che dura poco, ma dura. I soldati nemici si incontrano nella “terra di nessuno”, quella fra le due trincee, e si scambiano auguri ed abbracci, mostrando le foto dei rispettivi familiari e condividendo anche dei piccoli regali: sigari, cioccolato, whisky, ad un certo punto fu improvvisata addirittura una braciata. E poi, incredibile ma vero, dal nulla vien fuori un pallone, come nelle migliori scampagnate. Il campo di battaglia trasformato magicamente in un campo di calcio, un Sassonia-Scozia d’antan che vede due popoli scontrarsi finalmente per qualcosa di nobile. Durò poco anche la partita, il tempo che un soldato maldestro bucasse il pallone sul filo spinato. La tregua di Natale andò avanti soltanto un giorno, in certi punti della trincea giusto qualche giorno in più. Poi la guerra riprese normalmente il suo corso e i luogotenenti dovettero rispondere di quel momento particolare alla Corte marziale.

PAUL E LE VIBRAZIONI – Ma la storia è arrivata ai posteri trasformandosi in una commovente leggenda, che per chi ama il calcio e ha un po’ di fantasia è anche qualcosa di più. Mi piace pensare che in questi giorni anche i tifosi affrontino i reciproci argomenti con un pizzico di sportività e leggerezza in più, e mi piace pensare che un giorno finirà anche quello stupido odio fra tifoserie, così come è finita anche la Grande Guerra. La tregua di Natale ha ispirato un po’ di letteratura e varie forme d’arte, facendo anche da sceneggiatura per qualche video musicale: tutti come soggetto principale hanno quell’improbabile partita di calcio. In Italia ci hanno provato le Vibrazioni, io però ho scelto il video di Paul McCartney “Pipes of Peace”, emblematico fin dal titolo. Buona visione. E buon Natale.

 

LA CANZONE – Paul Mc Cartney – “Pipes of peace”

 

Antonio Papa

Giornalista pubblicista dal 2010, "fratello maggiore" di tanti redattori del network, autore di trasmissioni televisive. In TvPlay sono, insieme a Claudio Mancini, il conduttore di FantaTvPlay, di "Chi Ha Fatto Palo" e di altri format creati da noi. Sono una persona che ha fatto della scrittura la sua ragione di vita, coronando un sogno che avevo fin da bambino. Il mio motto è “lavorare seriamente senza mai prendersi sul serio”. Cerco di trasmettere la mia passione e il mio entusiasmo alle persone che lavorano con me: quando ci riesco… ci divertiamo!

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Antonio Papa

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