EDITORIALE – Tra mazzarriani e anti-mazzarriani, il Napoli di Benitez è troppo “zemaniano”

 

 

di Antonio Izzo

 

Tra mazzarriani  e anti-mazzarriani, il Napoli si scopre molto zemaniano. Il pubblico si divide in merito al saluto da riservare al grande ex, colui che l’anno scorso aveva guidato la seconda miglior difesa del campionato e regalato la seconda qualificazione in Champions. La notte del San Paolo regala gol e spettacolo tra i primi due migliori attacchi della serie A (Napoli e Juve secondi all’Inter); ma lì dietro le due squadre continuano a ballare troppo. Tra errori individuali e poco equilibrio, il 3-2 con cui si conclude il primo tempo ricorda molto una classica partita del boemo: basta fare un gol in più dell’avversario. Ed in effetti le due squadre non si risparmiano per intensità e mole di azioni prodotte. La storia però insegna che alla lunga distanza conta avere ottime difese per vincere i campionati. Ed effettivamente, prima che il gap con Roma e Juve aumentasse, la difesa azzurra aveva subito appena 4 gol in 7 gare, 8 se invece si considerano le prime 11 gare. Alla dodicesima Juve-Napoli ha rappresentato un pò uno spartiacque: è iniziato un periodo negativo per la difesa, che in campionato ha incassato gol in ogni partita fino alla giornata odierna: 11 in 5 partite, a cui si aggiungono i 5 nelle due gare di Champions contro Marsiglia al San Paolo e Borussia in trasferta. La “fredda” analisi di gol incassati ovviamente non spiega in toto le difficoltà di questo Napoli a difendere. Sono tanti i fattori in gioco, tra questi non è da sottovalutarne uno in particolare: Benitez in estate ha scelto soprattutto gli uomini per attaccare. Albiol (e Reveilere) a parte, a centrocampo ed in difesa, si è trovato i ragazzi di Mazzarri in rosa; chiaro che a gennaio si aspetti qualche movimento di mercato che soddisfi il suo gioco in fase di contenimento. In attesa di capire cosa riserverà gennaio, l’alleatore nel frattempo “lamenta” la poca esperienza dei suoi, non tanto in un reparto (la difesa), quanto invece nella fase difensiva. La differenza non è sottile, tutt’altro. I movimenti in mezzo al campo devono consentire di schierarsi a modo quando non si ha il possesso palla; ad inizio stagione aveva stupito tutti il “pressing beniteziano” che non dava respiro: chiaro che certi ritmi è difficile mantenerli per una stagione intera. Occorrono rimedi, occorre lavorare, ma occorre, lo ribadiamo, anche pescare bene sul mercato, per quanto possa essere difficile a gennaio. In attesa del nuovo anno, il Napoli è chiamato a chiudere in bellezza a Cagliari un 2013 comunque positivo. Un anno solare che ha confermato l’ulteriore crescita degli azzurri. Mazzarri ha concluso il suo percorso con un’altra qualificazione Champions, Benitez è stato chiamato a portare il Napoli dove il toscano non è riuscito. A proposito: applausi o fischi per Walter? Una questione di cuore più che di logica. Ad ognuno il suo pensiero, ma la divisione del popolo napoletano era da preventivare. Grazie Walter, ma adesso noi guardiamo al futuro, quello che dovrebbe portare di qui a poco (si spera) a vincere qualcosa.

 

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