di Ferdinando Guma
Approfittiamo della sosta del campionato per fare alcune considerazioni in casa Napoli. La sconfitta con la Juve ha palesemente dimostrato che ci sono evidenti limiti tecnici e caratteriali nella squadra e che il gap con la detentrice del titolo non è stato ancora colmato. Questa batosta, andandosi ad aggiungere alle altre due (Roma e Arsenal) collezionate dalla compagine di Rafa, evidenzia una mediocre maturità collettiva; ogni qualvolta affrontiamo formazioni tecnicamente e tatticamente preparate ma soprattutto magnificamente guidate da manager navigati, siamo puntualmente battuti. Anche se la società si è mossa molto bene questa estate sul mercato, mancano ancora due o tre tasselli per completare l’organico. In primo luogo c’è bisogno di un centrale difensivo di grande rendimento e di spessore da affiancare ad Albiol, unico vero titolare del reparto. Abbiamo bisogno anche di un regista basso da posizionare davanti alla difesa, proficuo sia nella fase di interdizione che in quella di rilancio dell’azione. Il nome più accreditato sembra essere quello di Mascherano del Barcellona, ma la trattativa è difficile e complessa. Inoltre in attacco c’è bisogno di un vice Higuain, un uomo di personalità ed esperienza, visto che Zapata fino ad ora non ha fornito le giuste garanzie. Sarebbe il caso anche di risolvere una volta per tutte il problema Cannavaro, ormai diventato una dolente nota in questa squadra. Benitez continua a dichiarare di avere grande considerazione del difensore senza però utilizzarlo quasi mai, preferendogli tutti i suoi colleghi di settore. Siamo anche stati sfortunati con gli esterni difensivi, punto di forza della società, che si sono, uno dopo l’altro, infortunati. Ha cominciato Maggio, che però ha avuto tempi di recupero molto veloci, hanno proseguito Zuniga e Mesto, il primo fattosi male subito dopo la firma di un lauto contratto quadriennale, il secondo resosi indisponibile dopo un promettente inizio di stagione. A tutto questo si deve aggiungere il momento negativo di uno degli uomini più importanti e rappresentativi del team, quel Marek Hamsik che aveva iniziato il campionato in maniera sfolgorante, con quattro reti nelle prime due partite e poi spentosi lentamente, con un evidente calo fisico e tecnico. Sembra quindi molto difficile rimanere altamente competitivi in due tornei così importanti come il Campionato e la Champions League, senza essere capaci di affrontare qualsiasi competizione con la giusta cattiveria agonistica. Solo in questo modo potremmo affermare di aver fatto il definitivo salto di qualità. Speriamo bene….