di Ferdinando Guma
La diatriba tra il Comune di Napoli e il patron De Laurentiis sulla riqualificazione e sulla ristrutturazione completa del San Paolo sembra non avere mai fine. Lo stadio costruito dall’architetto Cocchia nel 1948 è il fiore all’occhiello degli impianti sportivi cittadini. Non tutti sanno che oltre a contenere il campo di calcio, dove si cimenta il Napoli in tutte le partite casalinghe, è anche un centro polisportivo completo. La sua capienza iniziale era di 80.000 posti, poi ridotta nel corso degli anni a poco più di 60.000. In passato ha ospitato eventi di grande rilevanza, sportiva ma anche musicale, come alcuni storici concerti dei Rolling Stones e degli U2. Ha subìto diverse ristrutturazioni, tra cui quella relativa ai mondiali del 1990 che ci ha lasciato in eredità la mostruosa copertura metallica che appesantisce e imbruttisce l’intero edificio. Nel 2011, su richiesta della Uefa, lo stadio è stato adeguato a norma per poter partecipare alle competizioni europee. In quell’occasione è stato rimesso a posto anche il settore destinato ai giornalisti, con l’istallazione di nuovi schermi televisivi per dare modo agli addetti ai lavori di essere più opportuni e precisi nell’analisi della partita e recentemente, dopo annate veramente disastrose, è stato rifatto il manto erboso in maniera adeguata. Con l’introduzione nel 2010 della tessera del tifoso, voluto dagli organi competenti, si è cercato di elevare il livello di sicurezza all’interno degli stadi italiani ma la cosa non è stata gradita da una frangia del pubblico partenopeo. Bisogna però riconoscere che grazie ad essa l’ingresso allo stadio è diventato più facile e veloce. Situato nel quartiere di Fuorigrotta, quando l’intera città era ancora in espansione, oggi appare francamente troppo centrale. Infatti tutti i migliori stadi europei sono stati costruiti in periferia con evidenti miglioramenti logistici per lo snodo stradale e per i dispositivi di sicurezza. Nel corso degli ultimi mesi le riunioni tra il presidente De Laurentiis e il sindaco De Magistris sono state sempre più frequenti, senza ottenere però grandi risultati e portando il presidente a paventare l’idea di voler trasferire tutte le partite interne del Napoli nello stadio di Caserta, danneggiando i tifosi che sarebbero costretti a spostarsi per seguire le gesta della propria compagine. I due contendenti sono soliti, nelle partite casalinghe, sedere vicino e conversare in maniera amabile e sorridente, ma devono per il bene di tutti trovare un accordo definitivo sul riammodernamento strutturale e ambientale del San Paolo, in modo da farlo diventare in futuro un degno teatro per le vittorie della squadra.
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