RETROSCENA – Quando Uvini implorò Bigon con una richiesta specifica, oggi è tutta un’altra storia

 

Lo scorso luglio quasi ha implorato Bigon: “Direttore, fammi restare!” Bruno Uvini è un vulcano di simpatia: ragazzo spigliato e simpatico, parla benissimo l’italiano ed è talmente acuto che spesso sorprende i propri interlocutori. Il difensore brasiliano è un personaggio a tutti gli effetti: non si è mai offeso di essere stato definito un oggetto misterioso. Del resto, il suo curriculum non è di quelli da vantarsi: zero presenze col Tottenham (un periodo di prova che non è finito con il tesseramento), zero col Napoli e ancora nessuna col derelitto Siena, che lo scorso anno lo prese in prestito.

“FATEMI RESTARE”. Sin dall’estate, quando tornò in azzurro, era il primo indiziato a cambiare aria: le 24 presenze con le giovanili del Brasile (under 19 e under 20) e i due ori conquistati (campionati mondiali e sudamericani, sempre “under”) avevano cominciato ad esaurire il loro credito. Ed infatti il ragazzone di Capivari dal passaporto italiano è rimasto a Napoli quasi per caso: complici i timidi interessi dei club a lui interessati, la società “scopre” una sua dote che è tornata utile. Uvini, brasiliano con passaporto italiano, parla benissimo la lingua ed ha quindi aiutato il portiere Rafael a imparare l’italiano. Un vero e proprio interprete, ruolo che occupò anche nella presentazione del giovane portiere del Santos. E in fondo Uvini è rimasto anche per quello: “Spero tanto di restare, voglio rendermi utile”, diceva il difensore classe ’91. Parole di circostanza, alle quali si aggiunsero quelle di Rafa Benitez, che ha sempre tenuto Uvini in considerazione (almeno nelle dichiarazioni) citandolo spesso, e soprattutto quando si parlava di alternative.

UN NUOVO JOLLY. Anche quelle del tecnico sembravano le solite parole di rito che poi non portavano a nulla (anche Mazzarri, che non lo ha mai utilizzato, li citava spesso). E invece Benitez ha stupito tutti, perchè quando parlava di Uvini come risorsa faceva sul serio: l’infortunio di Mesto arrivato al 7′ nel match contro il Catania ha lasciato Benitez senza esterni destri. Paolo Cannavaro si scaldava, ma Rafa ha sorpreso tutti mandando in campo proprio Bruno Uvini. Esordio assoluto in prima squadra, quasi due anni dopo il suo arrivo in azzurro. Il brasiliano debutta in Serie A in un ruolo non suo, nel quale ha evidenziato qualche difficoltà soprattutto all’inizio. Molto meglio nel secondo tempo, quando l’ex San Paolo si è mosso con più disinvoltura. Benitez lo ha promosso (“Mi è piaciuto, ha fatto bene”), e per Uvini si apre una prospettiva diversa. Non più un oggetto misterioso, ma una nuova risorsa: “Sono felice di aver debuttato, sono stato ripagato di tanti sacrifici”. E in effetti il brasiliano non ha mai mollato, credendo fino alla fine nella conferma e non abbattendosi mai anche quando veniva spedito nella Primavera.

MUSCOLI E SIMPATIA. Di certo Uvini continuerà ad aiutare Rafael con la lingua, ma da ora in poi sarà un’altra risorsa per questo Napoli, magari mettendosi in vetrina per la prossima finestra di mercato di gennaio. Un bravo a Benitez, che ha dimostrato di non fare solo chiacchiere e di credere davvero in quello che dice. Tutti utili e nessuno scontento, visto che ogni azzurro (manca solo proprio Rafael) ha fatto il suo debutto. Decisamente una bella inversione di tendenza rispetto al passato.

(Il Roma)

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