La Fiorentina gioca bene: circolazione palla veloce in mezzo al campo e molti spunti sulle fasce. Il Napoli si comprime ma tiene le antenne ritte per captare ogni possibile opportunità. Le scelte di Benitez sono solo apparentemente sorprendenti. Insigne e Hamsik si accomodano in panchina per precise valutazioni strategiche. Mertens a sinistra garantisce più corsa nell’ipotesi di dover spesso ripartire dalla propria area di rigore. Pandev dietro ad Higuain può interscambiarsi meglio, buttandosi lui negli spazi quando l’argentino viene incontro. I due prescelti danno ragione al loro allenatore. All’11′ Reina, con la solita lucidità e precisione, lancia rapidamente su Pandev, una soluzione che taglia fuori 6 giocatori viola, troppo protesi in avanti. Il macedone ha un controllo felice che taglia fuori Pizarro, prevedibilmente fragile nel contrasto. Higuain si apre a sinistra invitando Mertens a buttarsi nel corridoio centrale. Callejon arriva di gran lena dalla fascia opposta. Il sole Higuain illumina da par suo i pianeti azzurri che gli orbitano intorno. Ricevuta palla da Pandev si accentra aspettando l’arrivo dello spagnolo. Mertens blocca al centro Compper, lo spazio è libero per Callejon. El Pipita che già aveva decodificato la situazione calcia la palla di esterno destro proprio sulla corsa di Callejon che si coordina da campione e calcia di collo esterno in demi-voleè sull’angolo opposto. Un gol da antologia frutto di abilità tecniche individuali all’interno di un pensiero tattico comune.
Il gol non abbatte però la Fiorentina che aumenta l’intensità e la qualità delle sue giocate. Così il pari, seppur su rigore, di Rossi non sorprende nessuno. Montella ha dato una mentalità costruttiva alla squadra. L’1-1 rende ancora più frizzante il match. La Fiorentina rischia subito il sorpasso (palo di Cuadrado). Gli azzurri tengono duro, non perdendo mai la testa. Benitez vuole una gara di sacrificio con le linee molto basse e grande cattiveria agonistica sulle palle sporche. Le poche volte che il Napoli riesce a respirare lo fa grazie a Higuain che prende palla a metà campo e la protegge con padronanza tecnica e personalità. Come in occasione del secondo, questa volta decisivo, gol al 36′. L’argentino scarica una prima volta sui mediani che sono a sostegno poi chiude magistralmente, ancora di esterno, il triangolo con Mertens, nonostante le pressione di Compper. Si crea, grazie alla sua sponda, il «2 contro 1» centrale. Mertens mette il turbo e poi incrocia a botta sicura sul palo lungo. Da lì un poi quasi un monologo viola. Ma il calcio è fatto di due fasi e quella difensiva è spesso decisiva per vincere le partite ed i campionati. Reina è il pilastro su cui si fonda la sicurezza intima della squadra. Un portiere moderno nella concezione del ruolo e nei movimenti essenziali e efficaci. Un portiere che inibisce l’avversario e rilancia sempre l’azione (come in occasione del primo gol) trasmette fiducia a tutta la squadra.
Fonte: Il Mattino
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