di Ferdinando Guma
In pochi mesi ha conquistato tutti. Il buon Rafa, nato a Madrid nel 1960, con in tasca una laurea in Educazione Fisica ed un passato da giocatore nelle giovanili del Real Madrid, peraltro senza lasciare tracce importanti, è riuscito, attraverso una graduale ma implacabile carriera, a diventare uno dei migliori tecnici europei in circolazione. Ha iniziato allenando nel suo paese d’origine il Real Valladolid in prima divisione ma poi si distingue gestendo magistralmente l’Osasuna e l’Extremadura. La svolta arriva però quando è chiamato a sedersi sulla panchina del Valencia, dove vince due campionati spagnoli e un’Europa League. Il suo gioco veloce e brillante attrae gli osservatori di tutta Europa; infatti nell’annata 2004/2005 viene chiamato ad allenare una delle più famose e storiche squadre inglesi: il Liverpool. In Inghilterra, dopo un periodo di studio, riesce a vincere una straordinaria Champions ai danni del Milan in una finale ancora negli occhi di tutti. Nel 2010, chiamato dal presidente Moratti viene in Italia ad allenare l’Inter. Ma la sua prima esperienza italiana non è positiva e anche se riesce a vincere la Coppa Italia e la Coppa del Mondo per club, annuncia le sue dimissioni in accordo con il patron nerazzurro. Poco dopo ritorna in Inghilterra sponda Chelsea, dove ricomincia a mietere successi e soddisfazioni, vincendo ad Amsterdam l’Europa League contro il Benfica. Il suo curriculum così importante riesce ad incuriosire professionalmente il presidente De Laurentis che lo porta al Napoli per la difficile sostituzione di Mazzarri. Carattere schietto e simpatico, in contrapposizione con chi l’aveva preceduto, è riuscito in pochissimo tempo a creare un rapporto empatico con tutto l’ambiente napoletano, peraltro da sempre difficile e complesso. Già dalle prime giornate di campionato, grazie anche agli innesti portati dalla dirigenza, ha fatto intravedere una compagine completamente diversa da quella di Mazzarri. Infatti le caratteristiche predominanti del suo Napoli (ma in generale delle sue squadre) sono: una difesa a quattro, un robusto centrocampo che porta gli esterni offensivi a rientrare molto, un attacco caratterizzato dalla fantasia e dalla velocità di Hamsik, spostato trequartista, completato dalla vena prolifica degli attaccanti Higuain e Pandev. Ormai dopo nove giornate alla guida del Napoli in massima serie, ha già regalato alla tifoseria importanti vittorie interne ed esterne. Gli unici nei possono essere considerati il pareggio in casa con il Sassuolo e la sconfitta subita all’Olimpico contro la Roma, peraltro ineccepibile. Quindi, la strada tracciata da Don Rafa a Napoli, ci porta ad auspicare che questi successi possano, in un prossimo futuro, condurci ad alzare quei trofei tanto attesi dall’intero ambiente.