Francia, calciatori annunciano sciopero contro maxitassa su stipendi

 

I club professionistici francesi hanno concordato all’unanimità di non scendere in campo il weekend dal 29 dicembre al 1° novembre, nel corso dell’odierna assemblea straordinaria. Una decisione in segno di protesta nei confronti del nuovo piano fiscale del governo, che porterà ad una tassazione del 75% sugli stipendi di oltre un milione di euro l’anno. Una situazione che ovviamente riguarda molti giocatori. “I tifosi saranno i benvenuti nei nostri stadi, ma non ci saranno partite”, ha dichiarato Jean-Pierre Louvel, presidente dell’Unione delle società di calcio professionistiche. “E’ un momento storico per il calcio francese. Tutto il calcio ha preso una decisione molto importante”, ha aggiunto Louvel. “Stiamo parlando della morte del calcio francese. Ecco perchè” – ha proseguito – “stiamo lottando e continueremo a combattere. Non sono i giocatori ad essere tassati, ma le nostre imprese”. I rappresentanti dei club si incontreranno con il presidente francese Francois Hollande la prossima settimana, per discutere ulteriormente e trovare una soluzione alla questione. Louvel non ha escluso che saranno intraprese ulteriori azioni dopo lo sciopero del weekend del 1° dicembre. L’ultimo boicottaggio del campionato francese risale al 1972, ma allora fu iniziativa esclusiva dei giocatori. La decisione odierna ha ricevuto il sostegno del presidente della Lega Calcio francese Frederic Thiriez, anche lui presente alla riunione. Si calcola che ai club francesi la maxitassa costerà complessivamente circa 44 milioni di euro. Michel Platini, presidente dell’Uefa, ha preso posizione sullo sciopero programmato per il prossimo 30 novembre dai calciatori francesi contro il nuovo piano fiscale del governo: “I calciatori che fanno sciopero? Con lo stipendio che hanno sicuramente faranno parlare di loro”, ha dichiarato Platini in una intervista all’emittente francese Canal + Sport. Alla domanda se fare sciopero sia una buona decisione, il presidente dell’Uefa è apparso irremovibile: “Assolutamente no. Non ci sono molti scioperi che vengono capiti dalla gente, ma comunque non saprei. Si parla di questioni che riguardano la Francia e i francesi e io ormai non passo più tanto tempo in Francia”.

Fonte: Lapresse.it

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