Il timing nel calcio è fattore chiave. La supremazia tattica è frutto non solo di contrapposizioni spaziali ma anche dalla capacità di chi attacca di liberare e occupare aree giocabili con i giusti tempi e di chi difende di prevedere queste scelte contrapponendosi in anticipo. Quando la temporalità delle operazioni mentali corrisponde alla temporalità delle azioni motorie significa che una squadra è al top della condizioni psico-fisica, come lo è oggi la Roma. L’interscambiabilità dei ruoli serve quindi all’undici di Garcia per essere più efficace non solo in fase offensiva, ma anche in difesa. Nonostante la partita sia nel finale di primo tempo più equilibrata la Roma continua ad essere più convincente. Al 41′ e al 46′ Florenzi e Maicon sprecano i retropassaggi di Borriello e Pjanic non centrando la porta. La domanda sorge spontanea, dove sono Behrami e Inler in tutte queste situazioni? Sempre fuori posizione, o troppo schiacciati sui difensori o troppo alti lasciando il buco tra le linee. Cannavaro, entrato nel frattempo a rimpiazzare Britos (è questo l’infortunio che incide sul match non quello di Totti), stende gratuitamente Gervinho per paura ad affrontare l'”uno contro uno”. Punizione (da cui il gol partita) e cartellino giallo (da cui l’espulsione nel secondo tempo). Una bella frittata. La squadra di Benitez dimostra carattere ma anche una certa impotenza offensiva, causata sia dalla tenuta difensiva dei giallorossi, sia dalla duplice assenza di Higuain e Hamsik. L’argentino, ancora fuori per problemi fisici, entra praticamente quando in Napoli subisce il 2-0, per cui a partita finita. Lo slovacco c’è anche prima ma nessuno se ne accorge. Questo è il vero grande rebus che dovrà risolvere Benitez nel futuro prossimo. Hamsik passeggia per il campo senza convinzione, senza dare quel contributo non solo di gol ma di movimenti coordinati coi compagni che negli anni passati lo avevo reso pedina indispensabile nello scacchiere azzurro.
Fonte: Adriano Bacconi per Il Mattino