di Pasquale La Ragione (Twitter: @pasqlaragione)
Otto punti nelle prime sei giornate di campionato. Un ruolino di marcia inaspettato per il Livorno, che ha saputo gestire l’impatto con la Serie A in modo egregio dopo gli anni di cadetteria. In panchina l’esordiente Nicola: ha spiazzato tutti, per preparazione e rigore professionale. E di certo non era semplice iniziare così. Una squadra organizzata tatticamente in modo impeccabile, e con un potenziale offensivo enorme. Le ripartenze veloci la chiave per bucare la difesa avversaria, con la rapidità dei due attaccanti Paulinho e Emeghara. Un tandem di tutto rispetto e con le qualità giuste per affrontare un campionato nella massima serie. Il brasiliano è al terzo anno in maglia granata, dopo aver fatto sognare i tifosi del Sorrento a suon di goal. Ha tutte le carte in regola per fare bene in Serie A, proprio come il suo compagno di reparto che in ha già calcato i grandi stadi italiani con la maglia del Siena. I due, però, sono supportati dal grande lavoro di centrocampo e difesa. Reparti rinforzati in estate dall’arrivo di gente con esperienza e voglia di tornare ad essere protagonisti: è il caso di Rinaudo, che si è rimesso in gioco dopo gli anni bui di Napoli. E’ lui a guidare la difesa del Livorno, insieme anche a Emerson, inventato da Nicola. Si tratta del regista arretrato della squadra, grazie ad un’ottima tecnica sviluppata negli anni da centrocampista e dalla sua origine brasiliana. Non mancano giovani interessanti come Duncan, Mbaye e Bardi, tutti di proprietà dell’Inter. E tutti e tre già protagonisti con la maglia del Livorno.
COME GIOCA – Nicola ha impostato il suo Livorno con il 3-5-2, il modulo usato maggiormente in Serie A. In porta il giovane Bardi. La difesa a tre composta da Rinaudo, Emerson e Coda. A centrocampo il capitano Luci, Biagianti (in alternanza con Duncan) e Greco. Con Schiattarella e Mbaye sulle fasce, rispettivamente a destra e a sinistra. In attacco la coppia Paulinho-Emeghara. Non si tratta di un avversario semplice da affrontare. Gli azzurri avranno dalla loro parte un tasso tecnico maggiore e il San Paolo. Ma queste sono le partite più difficili per una squadra come quella di Benitez. Il match contro il Sassuolo ne è la prova.