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LE PAGELLE di Genoa-Napoli: Pandev cinico, Behrami e Mesto concentrati, Zapata ancora non va

 

di Antonio Izzo

 

Torna alla vittoria il Napoli grazie alla cinicità e l’astuzia di Goran Pandev che sfrutta gli svarioni avversari per regalare il sorriso agli azzurri. Non buona la prima di Zapata, troppo avulso dal gioco e dagli schemi di Benitez. Buone prove del solito Behrami, insostituibile mastino a centrocampo, e di Mesto, uno dei tanti ex della gara.

 

REINA 6 – Inoperoso nel primo tempo, prima parata al 78′ su Fetfatzidis. Sempre presente nelle uscite, dà sicurezza al reparto.

 

MESTO 7 – La gara dell’ex ha sempre un gusto speciale. Lui non si lascia trasportare troppo dai sentimenti e gioca una partita molto attenta, non lasciandosi mai  superare dal suo avversario diretto.

 

ALBIOL 6,5 – Sembra l’ombra degli attaccanti: non concede mai un centimetro agli avanti del Genoa. Benitez lo lascia negli spogliatoi a fine primo tempo anche in vista di Londra (1’st CANNAVARO 6 – Fa sentire la sua presenza fisica in area sui cross provenienti dalle fasce rossoblù. Bravo a liberare di testa e pulire l’area quando c’è pericolo).

 

BRITOS 6 – Sua caratteristica è quella di regalare almeno un paio di brividi a partita: al 23′ un errato disimpegno per poco non favorisce un’azione pericolosa del Genoa; poi concede troppo spazio a Gilardino che impatta di testa in area e sfiora il palo. Per il resto bene nelle chiusure.

 

ZUNIGA 6 – Tiene molto la posizione per contenere le folate di Vrsaljko. Quando può si sgancia e porta sempre apprensione e scompiglio nella retroguardia gialloblù. Partita da capitano onorata, segnali per il rinnovo?

 

BEHRAMI 7 – Deciso e sempre pronto a mordere gli avversari. Chiedere informazioni a Gilardino, che ha la caratteristica di rinculare a centrocampo per conquistare palla: il guerriero Valon è pronto a rompere ogni tipo di iniziativa a tutto campo. Bravo anche a far girare il pallone nella lunga fase di gestione del match.

 

INLER 6,5 – Si riscatta dalla brutta gara contro il Sassuolo. Deciso nelle chiusure ad aiutare il suo compagno di reparto; preciso nelle aperture ai compagni e nel dettare i tempi di gioco a centrocampo. La gestione del risultato, quella che pretende Benitez, passa soprattutto dai suoi piedi e da come giostra palla a 360°.

 

CALLEJON 6,5 – Solita grande applicazione per lo spagnolo: scatti fulminanti avanti e indietro, che si tratti di correre su un pallone vagante o di dar man forte in fase di interdizione; ad esempio quando rincorre Santana nella ripresa per sradicargli il pallone.

 

PANDEV 7,5  – Si dice che sia il giocatore più tecnico del Napoli: un assaggio lo dà con i due gol che mette a segno: davvero bello il primo quando con una finta di corpo si beve Gamberini e piazza il colpo di biliardo alle spalle di Perin. Cinico nello sfruttare gli svarioni della difesa genoana, spesso costretto a fare anche il lavoro di Zapata. Nella ripresa la gestione della palla è soprattutto cosa sua (80′ DZEMAILI sv).

 

INSIGNE 6 – Si fa apprezzare soprattutto in fase di ripiegamento a dar man forte a Zuniga per contenere Vrsaljko. Quando accelera come sa, non lo prendono; prova un tiro nel primo tempo che non gira a dovere, nella ripresa tanto lavoro “sporco” ma utile.

 

ZAPATA 5 – Avulso dal gioco, anonimo per gran parte del primo tempo. Appare impacciato, troppo lento per i ritmi impressi dai suoi compagni di squadra (58′ HIGUAIN 6 – Un assist sbagliato per Callejon e un giallo rimediato per proteste. Molto più mobile di Zapata, un paio di scatti fulminanti dei suoi, ma non riesce ad avere l’occasione propizia per fare gol; rete che cerca a tutti i costi fino alla fine, arrabbiandosi con i compagni che preferiscono rallentare).

 

BENITEZ 6,5 – Non vogliamo rispolverare vecchi discorsi: ma Mazzarri non avrebbe mai inserito uno come Zapata e tolto contemporaneamente due uomini come Hamsik e Higuaìn. Nonostante la serata poco felice di mercoledì, continua nel turnover e ha ragione di un Genoa pasticcione in retroguardia. Ma la cosa che finalmente sembra aver inculcato ai suoi è la capacità di gestire il risultato, facendo girare palla, senza sfiancarsi e trovare l’affondo a tutti i costi. Concentrazione dal primo al novantreesimo minuto.

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