di Gianluca Vitale
Genoa – Napoli è notoriamente una partita dalle mille sfaccettature: il gemellaggio tra le tifoserie, la grande rivalità sul campo e, per Miguel Ángel Britos, lo scontro tra chi non lo aquistò e chi invece credette in lui versando ben 9 milioni nelle casse del Bologna. “Centrale veloce e dalla stazza importante; atleticamente ben strutturato, il suo costo esiguo, a fronte della giovane età, lo rende un prospetto interessante”. Con queste esatte parole, solo qualche stagione fa Ennio Vanelli, noto osservatore calcistico che da anni opera con diverse squadre di Serie A, segnalò il difensore uruguaiano al ‘Grifone‘, che però non lo prese. “Allora era poco conosciuto – racconta Vanelli in esclusiva a NapoliCalcioLive.com – era appena sbarcato in Italia e mi venne indicato da alcuni addetti ai lavori. Una vera fortuna per il Napoli: se le cose fossero andate diversamente, andesso Miguel non vestirebbe l’azzurro”.
PLAUSO A MARINO — Da Inzaghi ad Hamšik, nella sua lunga carriera Vanelli ha visto crescere e sbocciare alcuni dei migliori talenti degli ultimi decenni. “Lo seguivo sin da quando passò dallo Slovan Bratislava alla Primavera del Brescia. Fece subito benissimo”, ricorda lo scout, che racconta così il passaggio di Marek al Napoli: “Juve, Manchester: tutti lo volevano, ma gli azzurri riuscirono ad aggiudicarselo grazie all’intervento diretto di Marino, che fu rapido ad anticipare la concorrenza e ci credette fino in fondo”.
‘BACCHETTATE’ A MAZZARRI — “La Società è stata brava con Insigne, ma Lorenzo doveva giocare più partite già dall’anno scorso. Certi ‘fenomeni’ amano parlare di maturazione graduale dei giovani, ignorando che i ragazzi di oggi non sono più quelli dei tempi di Rivera e Savoldi: sono molto più ‘avanti’ e attivi mentalmente. Il calcio è cambiato tantissimo, eppure esistono ancora dirigenti ed allenatori che non lo capiscono”. Ma non finisce qui: un altro appunto riguarda infatti la gestione di El Kaddouri: “Putroppo per Omar e per il Napoli, Mazzarri ha visto il suo impiego in una certa maniera. Ora Ventura gli ha dato una connotazione tattica diversa, rivalutandolo. Già nella Primavera del Brescia era fortissimo; cresciuto lontano da casa, s’è fatto le ossa in Alto Adige, nel Südtirol e dopo essere tornato alla casamadre, era ormai pronto per la Serie A. Tuttavia, una volta venuto da voi non ha trovato mai spazio ed ora farà sicuramenre bene a Torino”.
IL GRANDE RIMPIANTO — “Ne ho visti tanti di giovani lasciati a se stessi, molti piacevano anche agli osservatori azzurri ma poi non sono stati presi. Ricordo ad esempio Francesco Paolo Salvemini. Esterno d’attacco / trequartista, un anno fa il Napoli fece sul serio per lui ma dovette vedersela col Parma. Morale della favola: in questo gioco di forze l’ha spuntata a sorpresa la Ternana, che si è aggiudicata un talento capace di esordire a soli 16 anni e che attualmente milita in Nazionale U-18″. Uno su tutti, però, secondo Vanelli resterà a lungo il grande rimpianto di De Laurentiis: “Seguivo Verratti già nelle Giovanili del Pescara e vi assicuro che era di una spanna sugli altri, un calciatore completo. Non riesco a spiegarmi come il Napoli ed altre società che allora lo monitorarono l’abbiano lasciato dov’era. Vedrete che tra massimo un paio d’anni tornerà in Italia a prezzi stratosferici. È una cosa assurda, però qui da noi è così che funziona. In tantissimi l’hanno visto in tempi non sospetti, eppure solo ora che gioca al PSG sembra si siano accorti del suo potenziale. Il punto è che se ad elogiarlo fosse stato un ‘Sacchi’ e non il sottoscritto, gli avrebbero dato credito”.
IL COLPO MANCATO — “Oltre un anno fa vidi Pogba e ne parlai con Raiola, che giustamente lo dipingeva come uno dei più forti d’Europa. Adesso è facile esaltarlo, ma dov’erano prima i cosiddetti ‘grandi esperti’? La Juve seguiva il francese sin da febbraio 2012, quando il Napoli era invece su Geoffrey Kondogbia del Lens insieme alla Roma”, rivela Vanelli, che aggiunge: “L’interesse per il centrocampista africano era concreto. Parliamo di un giocatore duttile e molto forte, il Napoli fu bravo a trattarlo sottotraccia, come d’altronde fa spesso, lontano da occhi indiscreti. Purtroppo non riuscì a prenderlo a causa della troppa concorrenza a livello europeo ed il ragazzo finì al Siviglia. Un vero peccato, specie se consideriamo che dopo solo una stagione gli spagnoli lo hanno messo all’asta e rivenduto al Monaco per ben 20 milioni”.
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