De Sanctis: “Grazie al Napoli e grazie ai tifosi, esperienza fantastica in azzurro. Ho chiuso come volevo”

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Morgan De Sanctis ha rilasciato alcune dichiarazioni a ‘Radio Crc’ facendo un resoconto della sua avventura in azzurro: “Mi sembrava poco opportuno essere presente alla presentazione della squadra. La trattativa con la Roma era nel pieno, e non volevo prendere in giro i miei tifosi. In quell’occasione mi hanno dimostrato grande affetto, ma anche in tutti i 10 giorni di Dimaro, anche quando sono andato via. Ho chiuso come volevo, degnamente, un’esperienza fantastica di 4 anni vissuti sul campo e che meritava di essere conclusa con queste manifestazioni di affetto. Quando si ha il privilegio e l’opportunità di giocare in piazze come quella di Napoli, non si può chiedere di piacere a tutti, ma si ha l’opportunità di farsi apprezzare perché hai molti più occhi a dosso. Napoli ha grande passione e grande attenzione per la squadre. Se questo ti crea grandi pressioni, è anche vero che se riesci ad essere professionista serio tutto questo si trasforma in energia positiva. Sia dentro al campo che fuori riesci a toglierti soddisfazioni immense e così riesci ad avere un rapporto incredibile con i tifosi. La Roma è un’altra sfida, importante. È una piazza che come Napoli riversa tantissimo affetto nei confronti della propria squadra. Due anni fa è partito un progetto con una nuova proprietà e nei precedenti anni non è riuscita a raccogliere quanto aveva seminato. La società ha pensato quest’anno di integrare giocatori di esperienza insieme ai giovani talenti che possono crescere con questa maglia. Sono arrivati calciatori di grande prospettiva, poi sono arrivato io come Maicon a dare esperienza per poter tornare in Europa visto che questa piazza non può permettersi di rimanere troppo tempo fuori dalle coppe. Non ho avuto l’opportunità di allenarmi con alcuni nuovi calciatori del Napoli, come Higuain e Albiol, mentre Reina lo conoscevo già, portiere di spessore internazionale. Però ho visto Callejon e Mertens. Il Napoli ha uno dei 5 attacchi potenzialmente più forti d’Europa. È una squadra costruita alla perfezione. La Juve continua ad avere qualcosa in più degli altri, ma il napoli, anche se ha cambiato tanto, credo che ha fatto dei cambiamenti che l’hanno migliorato. Ora sta al tecnico costruire qualcosa di importante. I 4 anni vissuti a Napoli sono stati strepitosi. È mancato l’ultimo step che ci avrebbe consentito di vincere lo scudetto, che è l’obiettivo di questa società. Non ce l’abbbiamo fatta perché in questo ultimo anno la Juventus era troppo forte. C’è stato un momento in cui potevamo approfittare del calo della Juve, e mettergli un po’ più di pressione, e forse lì abbiamo peccato di qualcosa. Però dopo lo scontro diretto, quando eravamo a 6 punti, noi abbiamo avuto un cammino strepitoso, ma loro hanno vinto 9 partite su 9 e quindi hanno vinto lo scudetto con un bel po’ di anticipo. Dovevamo essere più bravi prima dello scontro diretto, in modo da giocarci quella partita con un po’ più di pressione sulle loro spalle, ma alla fine è andata così. Mi si storce un po’ la lingua ma va dato atto alla Juventus di essere stata superiore a noi. La vittoria della Coppa Italia è stata la cosa più bella che mi è capitata nell’esperienza a Napoli e la parata che più ricordo è quella sulla deviazione di Quagliarella quando eravamo sull’1-0. È stato il punto più alto della mia carriera in azzurro insieme alla cavalcata in Champions interrotta solo dal Chelsea. Ma il rammarico più grande è stata la Supercoppa di Pechino, condizionata da sfortuna ed episodi poco chiari. Alcune situazioni ci hanno visto sfavoriti, però rimane il fatto che sarebbe stata una grande vittoriaPrime due partite a Roma senza prendere gol? A Roma c’è voglia di fare grandi cose, e quest’anno si guarda molto di più alla fase difensiva. Stiamo cercando di fare un lavoro che possa soddisfare tutti. Se si vogliono raggiungere risultati importanti bisogna avere una gran difesa, ma queste due prime gare non possono dire nulla, soltanto a metà campionato si potrà capire a che punto siamo. Prima di andar via ho ricevuto tantissime manifestazioni di affetto e stima. L’idea di salutare tutti con quelle due pagine su Il Mattino e Corriere dello Sport mi sembrava il meglio per salutare il popolo azzurro. Volevo manifestare a tutti i tifosi che ho apprezzato quanto sono stato bene e quanto sono stato orgoglioso di ottenere soddisfazioni con quella maglia addosso. Con quel gesto volevo abbracciare tutti i tifosi azzurri, e considerando ciò che è accaduto credo di esserci riuscito. Credo sia stata apprezzata come iniziativa. Sono andato via perché la società precedentemente con l’acquisto di Rosati aveva cominciato a programmare il futuro. Poi, però, per Rosati le cose non sono andate bene, ed allora hanno continuato con me titolare. Poi con l’investimento su Rafael, che è un ottimo portiere, ed allora io che sono molto orgoglioso e competitivo e volevo dimostrare di essere ancora all’altezza ed integro fisicamente. Non volevo che una decisione sulla mia carriera venisse presa negli uffici e non sul campo, questo mi ha un po’ infastidito e quando si è presentato l’offerta della Roma abbiamo scelto insieme alla società sul mio trasferimento. I 4 anni di Napoli mi hanno aiutato a crescere e a capire che tanti giudizi spesso sono preimpostati al di là dei valori tecnici del campo. Ma è un lato che un professionista deve essere in grado di gestire, se ha l’ambizione di far bene in piazze come Napoli, Roma o qualsiasi altra grande piazza. Il giudizio che ti conforta di più è quello delle persone che ti osservano e che possono farsi un’opinione del professionista che sei. Per me è stato davvero un privilegio essere stato quattro anni a Napoli, che dall’inizio alla fine ho sempre voluto difendere. Ora è iniziato un nuovo percorso e chiudo questa pagina Napoli con la soddisfazione di aver contribuito alla crescita di un grande progetto, ma ora le mie energie sono tutte per la Roma. Sono ambizioso e quindi non mi accontento dello scudetto al Napoli e l’Europa alla Roma. Non so se un giorno potrò tornare a Napoli ma credo di essermi lasciato bene con la società ed un giorno potrei tornare da dirigente, ma oggi sono troppo concentrato sulla mia carriera per pensare al futuro. Ho troppi obiettivi calcistici per pensare a cosa farò a fine carriera. Ci tenevo a salutare con la mia voce i tifosi del Napoli per questi 4 anni straordinari.”

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